Il dg resta, l'azienda prepara il ricorso

A quanto si apprede non ci sarebbe invece nullità degli atti precedenti del direttore generale. Il Cda, che tornerà a riunirsi formalmente martedì prossimo (la riunine di ieri pomeriggio era solo informale), ha anche vagliato l'ipotesi di una assemblea con gli azionisti per decidere il da farsi dopo la notifica della decisione dell'Agcom di ieri che decreta appunto l'incompatibilità del dg. Appuntamento quindi alle 9 di mattina del 2 maggio per il consiglio Rai che affronterà formalmente in quella sede il caso dell'incomaptibilità di Meocci. Per quella data dovrebbe essere anche arrivata la notifica ufficiale a Viale Mazzini da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il ricorso al Tar, per quanto riguarda la sanzione, è quasi scontato, anche perché la somma di 14,3 milioni di euro è ingente ed è praticamente pari all'utile del bilancio 2005 - oggi definitivamente certificato - che è di 16,4 milioni di euro. Per quanto riguarda l'attuale direttore generale, se è da escludere un annullamento degli atti compiuti da Meocci in questo anno di lavoro a Viale Mazzini, è probabile che una volta notificata l'incompatibilità il Consiglio si veda costretto - come avrebbe spiegato in merito l'ufficio Affari legali ai consiglieri - a rimuovere la causa e quindi togliere le funzioni al dg per affidarle momentaneamente ad un altro funzionario. Poteri che però non potrebbero essere affidati per delega al presidente o ai membri del Cda. Per la nomina di un nuovo direttore generale quindi è probabile che si scelga la strada dell'Assemblea ordinaria, perché difficilmente il Cda potrebbe trovare l'accordo per una Totalitaria, mentre sarebbe tramontata l'ipotesi di una consultazione preventiva con gli azionisti proposta in consiglio. I tempi quindi per la nuova nomina sarebbero lunghi, perchè serve la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che necessita di almeno 15 giorni di tempo. Un tempo sufficiente anche alla formazione di un nuovo governo e di un nuovo Ministro del Tesoro che sia quindi - a differenza di quello attuale - nella pienezza dei poteri per decidere l'indicazione di un nuovo direttore generale. A fornire un appiglio a Meocci ci ha pensato un membro dell'Authority, Enzo Savarese, il quale non ha partecipato al voto spiegando: «Non ho partecipato al voto in Consiglio su Meocci perché ho ritenuto che ci fossero serissimi dubbi sulla competenza dell'Autorità». Per Savarese, «trattandosi di rapporto di lavoro, il giudice competente doveva essere quello ordinario, il giudice del lavoro. Penso che solo successivamente all'eventuale dichiarazione di illiceità del contratto - conclude - avremmo dovuto comminare le sanzioni». È molto probabile che il direttore generale partirà proprio da questa dichiarazione, che tuttavia è stata messa a verbale della seduta, per fare ricorso al Tar. Frattanto il cda ha deciso che dal 9 maggio, in seguito al pensionamento dell'attuale direttore delle risorse artistiche Alessio Gorla, sarà Lorenza Lei a prendere ad interim i suoi poteri. In precedenza si era parlato di una possibile proroga per Gorla, ma evidentemente il vertice della Rai ha deciso diversamente.