«Sarà la vittoria dei valori»

La professoressa Paola Binetti è una delle neo-senatrici elette, nelle file della Margherita, lo scorso 9 e 10 aprile. Domani, al suo «esordio», dovrà votare per scegliere tra Franco Marini e Giulio Andreotti il prossimo presidente di palazzo Madama. Una partita che si preannuncia ancora più dura per lei che, culturalmente, proviene dalla tradizione cattolica (è stata presidentessa del comitato che ha sostenuto l'astensione al referendum sulla procreazione assistita). Professoressa, appena arrivata e già in difficoltà? «Quella tra Andreotti e Marini è una sfida tra due grandi personalità. Ma c'è una differenza. Andreotti rappresenta il passato. Marini un investimento per il futuro». Quindi lei ha già scelto Marini? «Ci sono almeno tre motivi per cui voterò Franco Marini». Quali? «Il primo è proprio il fatto che Marini rappresenta la novità. L'apertura verso progettualità nuove». Ad esempio? «Ad esempio il Partito Democratico. Un progetto per cui serve un'intelligenza nuova, fuori dai vecchi schemi». Il secondo motivo? «È semplice: perché Marini è il candidato indicato dalla coalizione in cui sono stata eletta». E il terzo? «Perché a Marini mi lega una comune matrice di valori. Valori che fanno riferimento ad una visione cristiana della vita». Sono gli stessi valori, però, a cui si richiama anche Andreotti? «Lo so. È la dimostrazione che nei due schieramenti si sta facendo strada una cultura che fa riferimento alla vera laicità, che non è laicismo, e fa propri i valori della tradizione cattolica». Teme che qualcuno delle sua coalizione, magari prendendo spunto da questo, possa fare lo «sgambetto» a Marini? «Spero di no. Mi auguro che, al di là delle simpatie personali, possa prevalere il senso di responsabilità nei confronti del Paese». N. I.