Bonaiuti alla Vigilanza, è scontro con la destra
Sulla Rai anche Landolfi e Storace sognano il ritorno, Pisanu vuole il Copaco
Ministri che si apprestano a lasciare i propri dicasteri, sottosegretari che fanno gli scatoloni. Tutti in cerca di una nuova collocazione. Al momento, però, le poltrone sicure per la Cdl sono soltanto due, quelle delle commissioni parlamentari che per prassi vengono assegnate all'opposizione: la vigilanza Rai e il comitato di controllo sui servizi segreti (Copaco). Per la prima, Paolo Bonaiuti, portavoce del premier e deputato di Forza Italia, ci sta puntando seriamente. E sarebbe la prima volta che quell'incarico viene affidato a un esponente azzurro visto che, per opportunità politica, non è mai stata nemmeno richiesta da chi potrebbe essere sospettato di conflitto di interessi. Nel caso, tuttavia, il Copaco finirebbe a un esponente di An e in corsa ci sarebbe Maurizio Gasparri che attualmente ne è vicepresidente. Ma è più probabile che avvenga il contrario, ovvero che la Vigilanza Rai finisca ad An. Ed è già corsa a due tra l'attuale ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi e l'ex titolare del dicastero della Salute, Francesco Storace. Entrambi sono già stati alla guida della commissione bicamerale di Palazzo San Macuto. Storace sembrava in corsa anche per la carica di capogruppo di An al Senato ma Fini sembra preferirgli l'attuale presidente dei senatori, Domenico Nania, oppure - più probabile ancora - l'attuale ministro dell'Ambiente Altero Matteoli. Ignazio la Russa sogna la riconferma invece come capogruppo alla Camera. Ma è possibile che venga sfidato proprio da Landolfi con una candidatura di diretta emanazione finiana. Dentro An, tuttavia, si attendono altre poltrone la cui spartizione deve essere ancora decisa: si tratta degli uffici di presidenza delle Camere. Il partito di Fini dovrebbe ottenere la vicepresidenza del Senato, alla Camera come vice di Bertinotti dovrebbe andare un esponente di FI, a Lega e Udc dovrebbero toccare un questore a testa a Palazzo Madama o a Montecitorio. Infine, l'incredibile girandola delle opzioni. An ha deciso quelle alla Camera con votazioni in direzione nazionale: Fini sarà deputato del'Emilia, saranno deputati Pierfrancesco Gamba (La Russa), eletto in Lombardia 1, Luca Bellotti eletto in Veneto 1, e Giorgio Hollzman (Gasparri), eletto in Trentino. Restano fuori Alberto Arrighi (Alemanno), Lombardia 2 e Francesco Biava (Alemanno), Emilia Romagna. Esclusione eccellente in Veneto: Maurizio Castro direttore generale dell'Inail. Forza Italia ha invece deciso il quadro degli eletti al Senato. Torneranno a Palazzo Madama Lorenzo Piccioni, mentre è ballottaggio tra Pietro Paolo Amato (Toscana) e Vittorio Guasti (Emilia). Via libera anche per Maria Burani Procaccini (Lazio) visto che Beppe Pisanu ha scelto di essere rappresentante della Campania. Per effetto di questa scelta saranno riconfermati Antonio Lorusso (Puglia) e Ignazio Manunza (Sardegna). Più complicata la partita alla Camera. Innanzitutto, l'intera giostra delle opzioni è legata a Silvio Berlusconi, che era candidato (e quindi eletto) in tutte e ventisette le circoscrizioni. E il Cavaliere sembra intenzionato a sciogliere la riserva solo all'ultimo momento. Stando alle indiscrezioni avrebbe scelto di essere rappresentante della Campania, una Regione per la quale il premier intende impegnarsi a fondo per dare una mano a Franco Malvano, neosenatore e candidato a sindaco. Per la vicepresidenza di Montecitorio sono in corsa due ministri uscenti: Enrico La Loggia e Antonio Martino. La vera partita è però sull'assetto interno del partito. Confermato il duo Bondi-Cicchito, confermati anche i due capigruppo (Schifani al Senato e Vito alla Camera) è probabile che il ruolo forte venga assegnato a Giulio Tremonti. Il nodo, a questo punto, è Claudio Scajola. Che cosa farà?