Il Professore «oscura» la Tav in Val di Susa
E ora, quello slogan, quel modo di far politica, quel modo di essere si trovano al primo vero banco di prova. Perché finora, di serietà se n'è vista un po' poca. Sì, no, forse. Si farà ma non si sa dove. Si potrebbe fare. Parliamone. Discutiamo. Vediamo. Studiamo. Però decidiamo. E alla fine il sito internet del Professore ha risolto il problema in maniera semplice: ha oscurato tutto. Via, non se ne parla più. Sarà forse poco trasparente ma - si spera - almeno in apparenza più serio. O forse meno. Vedremo. Per ora nel sito della fabbrica del programma, il capannone alle porte di Bologna dove Prodi ha ricevuto i contributi della società civile per stendere il suo piano di governo del Paese, sono raccolti anche tutti gli incontri che si sono svolti. Per ogni summit, convegno, riunione c'è il comunicato stampa, il resoconto scritto, i partecipanti. Qualche volta la sintesi degli interventi. Chi ne volesse sapere di più, può cliccare sulla pagina e si trova anche il video dell'incontro. Si mette in poltrona e se lo gode in versione integrale. Il menù offre tutti titoli da cinema d'essai: «Lo spettacolo deve continuare»: Prodi che parla dell'industria culturale; la «Montagna disincantata», sul futuro delle aree montane; «Il Milione, una rotta per il Nord Est»; «Migra-zioni» sugli stranieri in Italia; «La buona occupazione in tempi di flessibilità». E ancora: «Vacanze italiane» sul mondo del turismo, «La fatica e l'orgoglio degli insegnanti» e «La lunga catena del cibo». Per ogni incontro, resoconto e film. O quasi. Diciamo per quasi tutti. Per uno, niente. In fondo alla pagina senza nessun titolo da locandina. Didascalico, freddo. «Tav, incontro con aministratori Val di Susa». All'interno il comunicato stampa dell'incontro avvenuto a Bologna il 6 febbraio scorso con le parole di Prodi: «Avevo bisogno di capire fino in fondo quali sono i problemi. Questa è una grande scelta di carattere generale che richiede soprattutto un metodo di dialogo». E poi solenne promessa che significa una cosa e il suo esatto contrario: «Da parte mia assicuro un impegno continuo e approfondito - aveva insistito ancora Prodi - Voglio essere certo che, se vinceremo le elezioni, una volta esaminati tutti gli aspetti e i problemi la decisione verrà presa e realizzata senza ripensamenti. Altrimenti il Paese rischia la paralisi». La decisione. Ma quale decisione? Nel sito si racconta che il Professore era stato anche applaudito dai presenti: «Il governo della destra - erano ancora le parole del leader dell'Unione - si è lamentato dei blocchi che hanno rallentato la realizzazione delle opere pubbliche. So che questo è un problema che potrebbe anche riguardare un mio eventuale, futuro governo. Ma sono sicuro che i blocchi e le proteste saranno infinitamente meno se lavoreremo in un processo trasparente, chiaro e condiviso. Le opacità nascondono sempre altri interessi». Appunto, le opacità. E allora perché nel sito non compare il video dell'incontro? Come mai, proprio quel filmato è scomparso? Forse Prodi si era spinto troppo in là e aveva promesso che quella tratta dell'Alta Velocità non si sarebbe fatta. O almeno se lui fosse diventato presidente del Consiglio non l'avrebbe realizzata. O forse il candidato premier s'era impegnato a non farla realizzare in Val di Susa, non nel nuovo traforo del Frejus. Dubbi ai quali una risposta c'è. Senza se e senza ma. Cinque giorni dopo quell'incontro, infatti, il centrosinistra presenta il suo programma elettorale. E non viene mai citata la parola Tav (mentre invece si parla di dare priorità alle direttrici Gottardo e Brennero o di integrare le reti di trasporto con gli aeroporto di Fiumicino e Malpensa). Non si cita neppure il traforo del Frejus. Ma vengono raccolte buona parte delle critiche e le proposte che erano state fatte fino a quel momento da comitati No tav della Val di Susa. Per esempio «l'Unione si impegna a individuare, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, gli interventi infrastruttu