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Prodi frena Fausto: «Fa fede il programma»

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Ma la sua posizione, rispetto alle parole del segretario di Rifondazione, qual è? Prodi non commenta direttamente e rimanda alle sue affermazioni prima delle elezioni. «In materia — ha spiegato — ho fatto durante tutta la campagna elettorale una serie di dichiarazioni su come debbano funzionare i mercati. Andatevele a prendere e avrete la chiave». Dunque, 30 marzo 2005: Prodi, durante un'intervista a «Radio anch'io», affrontando il tema del pluralismo dell'informazione, parla di Berlusconi e di Mediaset: «Siamo in una situazione che non c'è in nessun paese del mondo, del tutto sbilanciata. Berlusconi possiede quasi metà del sistema televisivo, il 46 per cento sul mercato, ne controlla l'altra metà e questo non esiste in nessun altro paese del mondo». Riferendosi poi all'azienda televisiva puntualizza: «Buon per Berlusconi, quindi, che i bilanci di Mediaset dieci anni fa erano miserevoli e oggi sono per centinaia di milioni di dollari in profitto». Quindi la stoccata a Publitalia: «Sta praticamente massacrando ed erodendo il mercato della pubblicità del paese, restringendo lo spazio per tutti». E ancora. Durante una puntata di «Porta a porta», datata 2 novembre 2005, Prodi conferma le sue intenzioni riguardo al duopolio Rai-Mediaset, una volta divenuto capo del governo. «Ovviamente nel mercato televisivo vi è un problema di antitrust. Gli eccessi di concentrazione vanno evitati in ogni campo ma, come dicono tutti gli esperti, il settore è così delicato che richiede un'attenzione particolare». I toni del Professore si fanno più cauti durante il salotto televisivo di Bruno Vespa nella puntata di Porta a porta del 7 marzo di quest'anno. «Qualcuno tempo fa disse che Mediaset è una risorsa del paese e io condivido. Nessuno vuole distruggere una risorsa economica del paese, ma bisogna regolare il mercato. Le regole della concorrenza valgono per tutti i settori e devono valere in modo particolare per l'informazione. Quindi nessun trattamento di favore o di sfavore per nessuno. Ma dovremo favorire la concorrenza che in questo duopolio stretto non c'è. Non esiste nessun paese in cui due blocchi dominano in modo totale il mercato: Rai e Mediaset».

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