La Russa: così

«Domani bandiere a mezz'asta. Da festa della liberazione, la giornata di domani, rischia di diventare la tragica festa dell'occupazione da parte di un regime», attacca l'ex ministro per le Riforme, Roberto Calderoli. «Non mi interessa discutere sul senso del 25 aprile. Lo facciano gli storici e non i politici e credo che ne abbiamo tutti le scatole piene. Ma è certo che Prodi, attaccando il referendum sulla riforma costituzionale proprio oggi, usi questa festa per fare propaganda», osserva il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa, il quale sostiene che il Professore così punta a condizionare l'esito referendario «riproponendo la balla che ormai il quesito sarà certamente bocciato dalla stragrande maggioranza degli italiani. Una vera campagna di disinformazione che però gli italiani hanno già conosciuto alle politiche e che quindi non avrà successo». Il presidente dei senatori di An, poi, è ancora più duro: «Prodi, campione di bugie, ribalta la verità anche per festeggiare il 25 Aprile. Fu l'Ulivo, infatti, a stravolgere la Costituzione del '48, che non esiste più, soppiantata da quella del 2001, voluta e approvata con un blitz dal centrosinistra a pochi giorni dalla fine della legislatura nel tentativo, fallito, di compiacere la Lega», dice Domenico Nania. «Ben venga il referendum confermativo sulla riforma che abbiamo approvato - aggiunge Nania - frutto del confronto durato un'intera legislatura, che corregge in primo luogo i guasti della riforma del Titolo V che ha introdotto un federalismo confusionario e secessionista. Spiegheremo ai cittadini che se passasse il No resterebbe in vigore la scalcinata riforma dell'Ulivo e che l'Italia perderebbe un'occasione difficilmente ripetibile per diventare una democrazia moderna». Per Marco Follini «il 25 aprile è una festa di libertà che unisce tutti gli italiani di oggi. La campagna elettorale è finita e non c'è ragione per vivere questa giornata con spirito di parte. Non condivido il legame che Prodi stabilisce tra questa data e il referendum costituzionale. E trovo del tutto dissennate - conclude Follini - le dichiarazioni di Calderoli che parla di regime». Per Carlo Giovanardi «Prodi ripropone il peggior settarismo di chi inquinò la lotta al nazifascismo con obiettivi totalitari, mostrando ieri e oggi disprezzo per tutti coloro che non ne condividono le certezze ideologiche».