«È una candidatura autorevole, ma è stata fatta solo per metterci in difficoltà»

O meglio, non sarà a palazzo Madama. Pierluigi Castagnetti, appena rieletto deputato nelle fila della Margherita, è stato l'ultimo segretario del Partito Popolare Italiano e, proprio per questo, conosce molto bene i due «sfidanti». Marini, infatti, nel 1997 lo sconfisse nella corsa alla segreteria. Andreotti, invece, lasciò il partito proprio durante la sua «reggenza». Insomma, ce n'è abbastanza per considerarlo un arbitro imparziale. Sarà un venerdì nero per Franco Marini? «Non credo. Certo, sappiamo che sarà un'elezione molto difficile, soprattutto per la maggioranza risicata che abbiamo al Senato. Ma Marini potrà contare sulla grande compattezza dei senatori dell'Unione. Inoltre sono quasi certo che godrà anche dell'appoggio di qualche senatore della Cdl». Quindi neanche Andreotti riuscirà a «rubargli» la presidenza di palazzo Madama? «Quella di Andreotti è una candidatura molto autorevole. È sicuramente il candidato più insidioso che poteva essere presentato, ma non credo che, nonostante l'apprezzamento che la sua persona raccoglie, riuscirà a modificare il quadro generale. Anche perché il suo nome è stato fatto solo per mettere in difficoltà il centrosinistra». Vuol dire che è stato strumentalizzato? «Se si voleva trovare una candidatura di garanzia il metodo doveva essere un altro. Invece, adesso, Andreotti è diventato un candidato contro l'Unione. Per questo credo che possa rinunciare». Lui dice di no. «Se non lo ha fatto fino ad ora non è detto che non lo faccia prima di venerdì». Passato il Senato sarà la volta del Governo. Dopo la rinuncia di D'Alema, crede che Prodi dovrà compensare la Quercia? «Prodi lo ha già detto e credo che dovrà tenere conto di quanto è accaduto». E D'Alema? È giunto il momento di portare un ex comunista sul Colle? «Confermo che per il Quirinale abbiamo intenzione di replicare il metodo Ciampi. Ma credo che occorra essere rigorosi. Per questo trovo inopportuno che si cominci subito con proposte unilaterali. Apriamo un tavolo di confronto, la maggioranza farà le sue proposte e su queste si cercherà di trovare la più ampia convergenza possibile. Per esperienza so che un Capo dello Stato di larga convergenza si sceglie negli ultimi giorni, se non nelle ultime ore». Ma lei, da ex Dc, sarebbe contrario alla candidatura di D'Alema? «Non credo esistano più pregiudizi, nei confronti di qualcuno, per la propria storia. In fondo D'Alema è già stato presidente del Consiglio». N. I.