«Nessuna ritorsione contro il premier»

Piuttosto bisogno garantire che ci sia la possibilità di fare una maggiore concorrenza alla Rai e alle reti di Berlusconi da parte di altre televisioni. Antonio Di Pietro ieri è stato informato delle dichiarazioni di Fausto Bertinotti dai suoi assistenti mentre in Molise faceva una serie di comizi elettorali. «Sa, ci sono le elezioni aministrative in un sacco di Comuni — spiega il leader dell'Italia dei Valori — e io ripropongo lo stesso sistema che ho usato per le politiche: girare il territorio per far conoscere il partito. Anche oggi mi sono fatto i miei dieci comizi». Mettiamola così allora: mentre lei si sgola per città e paesi Bertinotti annuncia la vendetta su Berlusconi. «No, in realtà il suo è il modo bertinottiano di dire le cose che io dico in dipietrese». E cioè? «Noi come coalizione di centrosinistra vogliamo rendere più competitivi il mondo delle televisione e vogliamo aprire le tv a tutti. Questo è il succo del discorso e questo è quello che è contenuto nel programma che abbiamo sottoscritto tutti quanti». Veramente Bertinotti si è spinto più in là. Ha detto ad esempio che è contrario a privatizzare la Rai. «Nel programma dell'Unione è già previsto che una rete si venduta. E noi siamo fedeli a quel progetto. E poi credo che mantenere tre reti sia anche superfluo. Di quelle due che resteranno in mano pubblica una resterà a carattere regionale e una nazionale. Ma comunque credo che alla fine, discutendo tutti insieme, un punto di incontro su questo si potrà trovare». Bertinotti ha anche detto che bisogna far «dimagrire» Mediaset. È d'accordo? «Detto così sembra una vendetta. Invece dobbiamo spiegare che non si tratta di questo. Piuttosto bisogna far crescere le altre televisioni per garantire una maggiore concorrenza. Per quello che riguarda la pubblicità, invece, è vero che oggi c'è un oligopolio che tiene i prezzi a livelli esorbitanti. Anche in questo caso dobbiamo dare possibilità a tutti di poter accedere a questo mercato. Quello che ci sta più a cuore però è la legge sul conflitto di interessi». Nessuna vendetta contro Berlusconi? «Assolutamente no. Di certo non può essere una colpa per Berlusconi possedere delle reti televisive. Ma non possiamo neppure immaginare una vendetta al contrario: siccome Berlusconi sta al governo quella legge non si fa. Questo è assurdo». Per fare quella legge il centrosinistra dovrà governare. E per il momento c'è ancora da risolvere il nodo della presidenza del Senato. Lei voterebbe per Andreotti? «No, mai. L'Italia dei Valori non voterà mai una persona che è stata ritenuta colpevole da un tribunale in fatti mafiosi anche se poi sono stati prescritti perché sono decorsi i tempi. Io sono per il dialogo ma di sicuro non rinuncio ai miei principi». Prodi ha detto che il suo governo «non avrà un numero elevato di ministri». Non ha paura che ci saranno meno spazi per l'Italia dei Valori? «Abbiamo già spiegato che rispetteremo le sue decisioni purché del governo facciano parte persone competenti e capaci. Per capirci, non vogliamo più ingegneri alla giustizia. Per il resto accetteremo e rispetteremo la squadra che farà Prodi». Ma lei accetterebbe l'incarico di ministro? «Non so neppure se mi verrà fatta una proposta di questo tipo. Di sicuro l'Italia dei valori non ha mai rivendicato posti come ho sentito fare da altri. Quella è la cosa peggiore che si possa fare. Non faccio nomi ma è stato un brutto spettacolo. Dico soltanto che in questo momento non bisogna mettere i bastoni nelle ruote a Prodi e non lo faremo certo noi. Lasciamolo lavorare con tranquillità. Questa è la cosa importante ora».