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La sinistra ha paura di «zio Giulio» presidente

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I Comunisti italiani fanno appello a Prodi perché non ceda. I verdi chiedono un'apertura alla CdL. L'ipotesi di Giulio Andreotti sulla poltrona più alta del Senato fa paura al centrosinistra. Per il deputato diessino Peppino Caldarola bisogna evitare sorprese: «Il "rischio Andreotti" - avverte - influisce direttamente sulla vita del futuro governo Prodi. Tutti, nel centrosinistra, sentiranno l'obbligo di fare quadrato attorno a Marini. Perchè se salta l'elezione di Marini, aumenterebbero di molto per Prodi le difficoltà di dare vita a un governo forte. Bisogna blindare la candidatura: chi nel centrosinistra pensa che uno schiaffo a Marini possa essere solo un incidente di percorso, commette un errore grave. Chi fa parte della coalizione non può far cadere la nostra candidatura. Bisogna inoltre agire su quei settori della Cdl che sono in dubbio - prosegue Caldarola - e sullo stesso Andreotti. È contraddittorio, rispetto al suo profilo istituzionale, il fatto di potersi trovare al centro, come protagonista, della prima possibile crisi della legislatura. Bisogna far leva sulla sua responsabilità istituzionale». Secondo Marco Rizzo, «Marini è il candidato dell'Unione. Non vogliamo entrare nel merito dei nomi, ma degli schieramenti sì e pertanto invitiamo tutte le forze dell'Unione a non cedere al canto delle sirene bipartisan - sottolinea - Il nome di Giulio Andreotti, infatti, rispecchierebbe la volontà della Cdl di "metterci lo zampino" e noi ravvisiamo la necessità che non vi sia nessun inciucio o apertura verso lo schieramento di Berlusconi che ha valori e posizioni nettamente contrapposti a quelli per cui gli italiani hanno votato per il centrosinistra». Paolo Cento chiede che «la candidatura di Marini alla presidenza del Senato sia avanzata dall'Unione come proposta di dialogo capace di intercettare anche consensi nel centrodestra. Senza un'apertura del centrodestra sulla candidatura dell'Unione al Senato è del tutto evidente che si renderà difficile il dialogo sulla scelta del candidato per la presidenza della Repubblica», dichiarato il coordinatore politico dei Verdi. «La Casa delle Libertà è di fronte a un bivio: o scendere dalle barricate che vuole realizzare sulle cariche istituzionali o ritrovarsi minoritaria e nel muro contro muro anche rispetto alla presidenza della Repubblica. L'Unione - avverte Cento - non si faccia intimorire e proceda con passo rapido verso la soluzione dei nodi istituzionali per accelerare il nuovo governo del Paese». Bertinotti, poi, non vuole esprimersi su Andreotti. E precisa: «Non giudico, il nostro candidato è Franco Marini che ha tutte le condizioni e le necessità politiche della coalizione per diventare presidente di Palazzo Madama». Infine, come dicevamo, Romano prodi non ha voluto rispondere alla domanda, spiegando che aveva da pensare al governo. E lui, il diretto interessato? «Ho ricevuto dall'Unione una proposta di candidatura. L'ho accettata e aspetto fiducioso gli eventi - afferma il responsabile organizzativo e neosenatore della Margherita Franco Marini - A me non interessa chi si candida dall'altra parte, dall'altro schieramento. Anche perchè si tratta di una proposta che proviene dalla Casa delle libertà. Ripeto: so solo che la Margherita e tutto il centrosinistra mi ha candidato e mi sostiene. Io ho accettato volentieri. Staremo a vedere».

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