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Il sogno di Prodi: uniti per 5 anni

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Per il Professore nessun dubbio sulla durata del suo governo

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Il Professore non ha dubbi. O sembra non averne. «Resteremo uniti e governeremo per cinque anni, questa è sempre stata la mia previsione e non è per una questione di potere, il fatto è che abbiamo vinto le elezioni e vincendo abbiamo il diritto e il dovere di governare», ha detto ieri il leader dell'Unione ai microfoni di Sky, sotto la sua casa di Bologna, riferendosi all'equazione berlusconiana governo Prodi-uguale-«una parentesi». Circa la tabella di marcia per formare il nuovo esecutivo, Prodi ha sottolineato che «il nostro lavoro è a tempo pieno per preparare il governo ed essere pronti a qualsiasi eventualità». L'obiettivo è, dunque, mettere insieme una squadra «che abbia prestigio e forza». Una squadra che, al contrario di quanto si era detto dopo la bocciatura di D'Alema sulla moltiplicazione dei ministeri per accontentare gli alleati del Botteghino, non avrà «un numero di ministri elevato», anche se il Professore ha aggiunto poi che «il numero definitivo è ancora da definire, proprio perchè sto riflettendo sul tipo di personalità adatte ai singoli ministeri. Siamo nella fase in cui si riflette sul tipo di ministro di cui si ha bisogno - ha spiegato - e poi bisogna combinarlo con gli aspetti politici della squadra di governo». Ricordando che in queste ultime ore ha ricevuto «telefonate di congratulazioni da tutti i più grandi Paesi», il Professore ha fatto notare che «ormai si è completato il quadro mondiale». Chi non ha ancora alzato la cornetta per congratularsi resta, dunque, Berlusconi. «La telefonata di Berlusconi non è arrivata - conferma Prodi - ma è un problema suo, non mio». Riferendosi, però, alle dichiarazioni del premier, che ieri ha preconizzato un lustro di governo per lui (sebbene motivando questa opinione con l'«attaccamento al potere» del centrosinistra, il Professore ha osservato: «Adagio adagio anche in lui la razionalità procede e quindi mi fa molto piacere». Infine, il leader dell'Unione non ha commentato la proposta della Cdl di designare alla presidenza del Senato Giulio Andreotti: «Non rispondo a questa domanda».

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