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Pressing su Casini, il comitato di Todi lancia l'intergruppo Il leader di An il vero «regista». A destra nuove resistenze

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Era l'11 aprile. Ma non vuol dire che Gianfranco Fini sia rimasto zitto. O con le mani in mano. Tutt'altro. È sceso pesantemente in campo nella campagna elettorale per le amministrative. Si dà da fare, telefona, cerca di mettere assieme gli alleati. Da Roma a Milano, passando per Napoli e Trieste. Ma che vuole fare il leader di An? Intanto ha convocato per mercoledì prossimo l'esecutivo e, per il giorno successivo, la direzione del partito. Ufficialmente bisogna decidere il «valzer delle opzioni». È un complicato gioco ad incastri che dovrà decidere la composizione dei prossimi gruppi di Camera e Senato. Per esempio, c'è il «caso Fini», il quale è stato candidato in tutte le circoscrizioni e dunque è eletto ovunque: dovrà decidere - tecnicamente optare - in quale zona del Paese essere eletto e far scattare i primi dei non eletti altrove. Ma non c'è solo il caso del leader, ce ne sono altri e bisogna stabilire un criterio. Superate le questioni interne (e non sarà proprio un gioco da ragazzi), il capo della destra potrebbe parlare di qualcosa di più politico. E spiegare quello che sta facendo nel giro di consultazioni avuto in questi giorni. Fini per esempio si è batutto con tutte le sue energie perché si varassero liste unitarie della Cdl in tutte le città. In particolare a Roma, dove però l'iniziativa - che sembrava essere decollata - è fallita nel giro di qualche ora. Anche per le resistenze interne proprio ad An: c'era un ok di Alemanno, ma una sostanziale bocciatura di Storace. Un risultato però l'ha ottenuto: ci sarà un patto federativo. La direzione di marcia sembra chiara. Il presidente di An preme sull'acceleratore del partito unico. Vuole che il processo abbia una spinta dal basso, con le liste assieme a Forza Italia e Udc alle amministrative, tanto che ha incaricato un fedelissimo come Andrea Ronchi di seguire il dossier. Ma sta premendo sugli alleati perché anche dal'alto vi sia un esempio chiaro. E per questo ha chiesto a Casini e Berlusconi di procedere a gruppi unici alla Camera e al Senato. Il leader dell'Udc s'è un po' defilato, perché ha fatto capire di avere problemi interni al suo partito (leggi Follini) e preferisce procedere a tappe rallentate. Il Cavaliere invece è convinto del progetto ma sembra non abbia ancora digerito i troppi bocconi amari che ha dovuto mangiare nella legislatura che si appresta a concludere: «Vedi, Gianfranco - gli ha detto -. Se avessimo fatto la riforma della par condicio avremmo vinto. E poi mi avete detto mille volte in questa legislatura che serviva la discontinuità, o come la chiamavate. Insomma, mi sono sobbarcato soltanto io tutte le difficoltà». Insomma, il Cavaliere vuole andare a vedere. Vuole vedere le reali intenzioni degli alleati. Così, si è costituito già un nuovo asse dentro la Cdl tra i due leader dei due principali partiti. Un asse che si sta tramutando in un pressing su Casini, che invece cerca di tenersi aperte altre porte ma per il momento è costretto a tenersi aggrappato al treno del Cavaliere. Forte dell'intesa con Berlusconi, Fini insiste. E propone di porsi alla guida del gruppo unico alla Camera mentre offre all'Udc, a Mario Baccini per la precisione, la guida del gruppo al Senato. Il marcamento a uomo nei confronti dei centristi avrà poi una mossa a sorpresa forse già la prossima settimana. Sarà una carta che giocherà il «comitato di Todi», ovvero il comitato che ha ricevuto il compito di far decollare il partito unico. Il gruppo, che è guidato dal forzista Ferdinando Adornato, chiederà ai leader di convocare al più presto la costituente della nuova formazione politica che oramai non si riunisce dalla scorso autunno. Il comitato chiederà anche di prendere un'iniziativa sui gruppi parlamentari. «Stiamo pensando a federare i gruppi, oppure a costituire una sorta di intergruppo tra Forza Italia, An e Udc. In pratica un coordinamento strategico che potrebbe essere guidato da uno dei leader della Cdl», conferma Maurizio Gasparri, l'uomo di An che fa parte proprio del

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