Ora anche Draghi vede la ripresa
E Draghi ha smentito seccamente il rischio ipotizzato dal Financial Times di un'uscita dell'Italia dall'euro: «Ci resterà, qualunque sia il governo». «L'economia sta rimbalzando», ha spiegato Draghi nella conferenza stampa che ha fatto insieme al ministro dell'Economia Giulio Tremonti al termine della riunione dell'International Monetary and Financial Committee, il braccio operativo del Fmi, la riunione più importante insieme al G7 degli incontri di primavera di Washington. Il ragionamento del governatore parte dalla più che buona crescita dell'8% messa a segno in febbraio dal fatturato dell'industria italiana. «Questo rimbalzo deve essere l'occasione per aumentare la produttività», dice Draghi, e questo obiettivo può essere raggiunto «lasciando il mercato libero di fare la sua parte, che in questo momento è soddisfare la domanda» e portando avanti una politica economica sui cui contenuti non è voluto entrare, perchè ha affermato, questo campo «spetta al governo». Uno scenario nel complesso ottimistico, quindi, tanto da far dire al vicedirettore generale Pierluigi Ciocca che la crescita del primo trimestre potrebbe essere rivista al rialzo rispetto allo 0,3-0,4% previsto da Bankitalia. Quindi, sintetizza Draghi, l'Italia può riuscire a concretizzare la crescita dell'1,2% del pil stimata dal Fmi, può arrivare a fare meglio, ma non è escluso il contrario. Il principale rischio è il prezzo del petrolio, arrivato sopra 75 dollari al barile. Lo scenario è ancora «gestibile» perchè le previsioni di crescita sono state fatte assumendo un prezzo medio di 65 dollari, dice Draghi, che comunque indica una correlazione che vede un rallentamento della crescita di circa lo 0,2% a fronte di un aumento del prezzo del greggio del l0%.