Andreotti in campo: «Lieto di accettare, serve dialogo»
La strategia punta a un risultato ovvio: sparigliare il gioco dell'Unione, fermare la candidatura di Franco Marini (ieri la Margherita rivendicava anche l'elezione di Polllastri nell'America del Sud), portare all'elezione del suo candidato e dimostrare l'incapacità del centrosinistra di governare. Per portare a successo questo piano, il centrodestra punta sull0o scontento dell'Udeur: la speranza è che Clemente Mastella, ancora irritato per il no alla sua candidatura alla poltrona di presidente del Senato, ceda alle sirene di una «larga intesa» in salsa democristiana. Mastella non si sbilancia, fa sapere che se Marini si candiderà lo voterà, ma si lamenta per lo sbilanciamento a sinistra dell'Unione. Insomma, il centrodestra è convinto di aver puntato sul cavallo giusto. La candidatura Andreotti, che già aleggiava nei giorni scorsi, ha preso improvvisamente quota dopo che il diretto interessato ha fatto sapere di essere disponibile a imbarcarsi nell'avventura. L'unica condizione che pone è che sul suo nome si trovi un'intesa tra i due poli. Non sono i suoi 87 anni a fermare l'ex leader democristiano. In un'intervista alla Stampa, il senatore a vita dice che sarebbe «lieto di accettare». A patto che il suo nome portasse a «superare questa specie di muraglia che si è creata tra i due schieramenti». Pier Ferdinando Casini è lo sponsor più convinto dell'ex presidente del consiglio: «Andreotti - dice - può essere una soluzione importante ma non è una soluzione di parte. Non rappresenta una candidatura del centrodestra, anche perchè come tutti sanno, Andreotti non ha votato a favore del governo Berlusconi. È semplicemente e solo un senatore di grande esperienza che in un momento difficile per le istituzioni può rappresentare una scelta super partes». Ma anche An è d'accordo. Domenico Nania, capogruppo a palazzo Madama del partito di Gianfranco Fini, sostiene che la candidatura Andreotti «assume un significato particolare che non sfugge a nessuno».