La Rosa nel Pugno diventa un partito vero

Una risposta agli scettici, primo fra tutti il Presidente dei Ds, Massimo D'Alema, che l'aveva etichettato solo come un «cartello elettorale». Ora si apre una fase costituente che entro il 30 giugno definirà tappe, scadenze, fisionomia e organizzazione del nuovo Partito liberal-socialista. L'analisi del deludente risultato elettorale ha visto avvicendarsi oratori delusi, pessimisti, critici, ma anche ottimisti ed agguerriti. Ci sono stati errori da una parte (Radicali) e dall'altra (Socialisti) — hanno spiegato — di comunicazione, di esasperazione di alcuni temi, di sottovalutazione di altri, hanno perso entrambi una fetta del loro elettorato, ma forse si è raggiunta una parte nuova dell'opinione pubblica. «Il movimento della Rnp è un'esperienza recente che ha presentato molti limiti — hanno spiegato i relatori dal palco — il nome, il simbolo poco conosciuti, anche per l'ostilità e l'ostracismo dell'Unione che ci ha visto come un'insidia e non come un'opportunità di rinnovameno della sinistra». Il progetto politico della Rnp ha il dovere di proseguire, «non per essere referenziale, per assumere aspetti di nicchia nelle battaglie che si faranno — ha sottolineato Claudio Signorile — ma per stare dentro il sistema, dentro la sinistra italiana con il suo potenziale di critica e di contrapposizione, ma sul terreno della politica». A partire dal costituendo Partito Democratico a cui la Rosa nel Pugno vuole partecipare «per impegnarne di laicità il tratto distintivo che ancora manca, mentre è da sempre presente nel codice genetico dei partiti socialdemocratici — incalza Ugo Intini — Fra i punti caldi del programma c'è innanzitutto la battaglia per il ripristino della legalità all'interno della Giunta per le elezioni al Senato e ogni altra forma di lotta istituzionale e politica per riammettere al Senato gli esclusi della Rosa nel Pugno, punto qualificante anche del dialogo in corso con l'Unione e i suoi vertici finora omissivi se non conniventi». Un nuovo banco di prova saranno le amministrative del 28 maggio, dove Radicali e Socialisti sperano che i risultati siano diversi, forse migliori, perché si vota per i candidati e con le preferenze. L'iniziale riottosità dei Radicali, meno avvezzi alle consultazioni territoriali è stata superata dalla decisione di correre insieme con liste che avranno lo stesso simbolo delle politiche, appoggiando in Sicilia Rita Borsellino. A guidarle, come capolista nelle grandi città, come Roma, Milano, Torino, potrebbe esserci Emma Bonino o altri massimi dirigenti. Fra poche ore si saprà se è prevalsa la soluzione politica o quella delle personalità illustri (Bellocchio, De Giovanni, Turci). Per loro è stato fatto posto sia nella Segreteria provvisoria, allargandola ad otto oltre i soci fondatori (Sdi e Radicali), sia nella Direzione con un ampliamento di circa 54 membri provenienti dal mondo della cultura, della scienza, della medicina e dell'arte. Primo atto degli eletti della Rnp, che al momento registra la presenza di una sola donna su 18, sarà la proposta di legge per una amnistia ampia.