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Tremonti non cede «Non riconosciamo il loro successo»

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A rilanciare sono il vicepresidente di Forza Italia, Giulio Tremonti, e il ccordinatore nazionale Sandro Bondi. «Una differenza così esigua di voti tra le due coalizioni impone un supplemento di controlli» afferma Tremonti che parla di «anomalie nel voto» come emerge dal fatto che «ci sono più elettori che schede e che il numero delle schede bianche ala Camera è enormemente inferiore a quello del Senato». Per non parlare delle «anomalie procedurali» come il caso della «lista Lega per l'autonomia alleanza lombarda». Insomma ce n'è abbastanza per «non riconoscere ancora la vittoria di Prodi». Incalza anche Bondi: «Faremo valere le nostre riserve nelle sedi più opportune. Prendiamo atto della decisione della Cassazione, un giudizio contabile limitato alle schede contestate ed ai verbali ma che prescinde dalle schede annullate che sono più di un milione. Restano perciò impregiudicate le riserve che abbiamo avanzato». Berlusconi ha preferito non commentare ma a quanto emerge non ha nessuna intenzione di mollare la battaglia. L'ala dura composta dal partito del premier e dalla Lega non solo non riconosce la vittoria di Prodi ma annuncia nuove iniziative legali e supplementi di verifica dei dati elettorali. Sul fronte opposto l'Udc. Il segretario del partito Lorenzo Cesa riconosce per la prima volta la vittoria del professore tanto da augurargli cavallerescamente buon lavoro. A metà strada, AN. Il giudizio del partito è affidato a una laconica dichiarazione del portavoce Andrea Ronchi: «Prendiamo atto delle decisioni della Cassazione. Rimane - scrive Ronchi - il problema posto dal ministro Calderoli». In serata, al termine di una serie di riunioni a Palazzo Grazioli tra Berlusconi, i vertici di Fi e gli esperti giuridici del partito azzurro, trapela che Forza Italia intende far ricorso al Tar del Lazio e alle giunte parlamentari.

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