La Cdl prepara la rivincita alle amministrative
A Roma il centrodestra ha praticamente deciso di presentarsi con un candidato unico, l'esponente di An Gianni Alemanno, alla sfida con il sindaco uscente Walter Veltroni, rinunciando all'«attacco a tre punte» con Mario Baccini e e Alfredo Antoniozzi. Oggi ci sarà l'annuncio ufficiale. Mentre a Milano Silvio Berlusconi ha accettato di candidarsi come capolista di Forza Italia per sostenere la candidata della Cdl — che è stata anche suo ministro — Letizia Moratti. Una decisione già nell'aria da alcune settimane e che è destinata ad arroventare la lunga campagna elettorale, iniziata tra novembre e dicembre dello scorso anno. Alle ultime elezioni politiche il centrodestra, a Milano, ha sopravanzato il centrosinistra di 5 punti percentuali e la coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini, neoeletta alla Camera, ha spiegato la scelta di Berlusconi come «forte segnale politico». «Dopo la straordinaria affermazione alle politiche della Casa delle Libertà al Nord e in particolare di Forza Italia in Lombardia e a Milano — ha affermato Gelmini — la candidatura di Berlusconi è un segnale politico importante e dà ancora più forza allo schieramento e a Letizia Moratti. La battaglia per Milano è strategica e Berlusconi ha deciso di scendere in campo». Forza Italia aveva corteggiato a lungo Gabriele Albertini, affinché terminato il suo mandato decidesse di candidarsi come capolista. Letizia Moratti, che sarà sostenuta oltre alla Casa delle Libertà anche da una lista civica e da Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, ha accolto con soddisfazione la decisione dell'ex presidente del consiglio. «La scelta di Silvio Berlusconi di guidare la lista di Forza Italia alle prossime elezioni comunali — ha affermato — conferma la volontà di rafforzare nella nostra città quei valori che si sono già affermati alle ultime elezioni politiche, facendo di Milano un simbolo dell'Italia che continua a credere nella centralità della persona, nel primato della famiglia, nel principio di sussidiarietà, nel bisogno di modernizzazione del Paese». Scelta praticamente fatta anche per la regionali in Sicilia, dove, dopo molto discussioni nel centrodestra, si presenerà Salvatore Cuffaro. Nell'isola, in fondo, ne sono convinti tutti sia a destra sia a sinistra: con Cuffaro candidato vince la Cdl, con un altro candidato si potrebbe arrivare a un confronto «vero». Per questo i tentativi iniziali da parte di alcuni esponenti della Cdl di proporre un altro candidato sono rientrati quasi subito, e soprattutto dopo aver analizzato il gradimento di un candidato diverso dall'attuale governatore. E da parte sua l'Unione non ha mai smesso di tornare alla carica per minare la credibilità della candidatura di Cuffaro. L'ultimo assalto, in ordine di tempo, è quello portato ieri da Rosario Rappa (Prc) e Antonello Craolici (Ds). «Vorremmo poter parlare di idee, progetti e programmi del presidente Cuffaro dimenticando le brutte vicende giudiziarie che lo riguardano — ha esordito Rappa, segretario regionale di Rifondazione — Tuttavia, anche oggi le notizie di stampa ci costringono a intervenire sulla necessità di riportare la questione morale al centro del dibattito politico». Il riferimento di Rappa è all'andamento del processo alle «talpe» della Dda di Palermo: «Il garantismo è un tema primario per Rifondazione» ha aggiunto Rappa, che ha chiamato fuori il suo partito dal voler emettere sentenze che «non compete a noi stabilire», ma allo stesso tempo ha osservato come sia «antipatico che gli uomini che ci rappresentano siano messi quotidianamente in discussione nelle aule giudiziarie». Le dichiarazioni ostili non hanno scoraggiato, comunque, il presidente della Regione, che legge nelle parole dei suoi avversari politici solo timori elettorali: «Di cosa hanno paura lo squallido e miserabile Rappa e il novello fustigatore Cracolici — ha reagito Cuffaro — La mia candidatura alla presidenza della Regione c'è e rimane. Saranno gli elettori a scegliere di chi fi