Il Cav lancia un appello alla Corte: «Troppa fretta nelle verifiche Bisogna fare tutti i controlli necessari oltre ogni dubbio»
Berlusconi è tornato dalla Sardegna con questo schema in tasca. Nel primo pomeriggio ha convocato in fretta e furia i big del partito, dal coordinatore nazionale Sandro Bondi al vice Fabrizio Cicchitto, agli ex ministri Miccichè e Pisanu a Elio Vito e Renato Schifani. Due i punti all'ordine del giorno: fare il punto sulla questione dei brogli e sulle nomine del Quirinale e delle due Camere. Berlusconi ha deciso ancora una volta di giocare al rialzo e su due tavoli. In mattinata si sparge la notizia che la Cassazione potrebbe esprimersi nell'arco di un paio di giorni. Manca all'appello ancora un terzo degli estratti dei verbali elettorali provenienti dalle 26 circoscrizioni. Sarebbero giunti, a Piazza Cavour, solo i plichi di 18 Circoscrizioni. Si lavora alacremente e a breve si potrebbe arrivare alla proclamazione degli eletti. Berlusconi però ha bisogno di tempo per continuare a tenere sulla corda Prodi e spuntare una trattativa per il Quirinale e una delle due Camere. Al tempo stesso vuole andare a fondo alla questione dei brogli perchè non si rassegna e, chissà, la situazione potrebbe anche rovesciarsi. In un vertice lampo con i suoi fedelissimi viene messo nero su bianco un comunicato siglato da tutta la Cdl, in cui si insinua il dubbio che le verifiche sui brogli sono state fatte troppo in fretta «a scapito della puntualità dei controlli e dei conteggi». Berlusconi lascia a Bondi il compito di leggerlo mentre abbandona in fretta Palazzo Grazioli per volare alla volta di Milano a seguire il suo Milan. Nel documento unitario la Cdl si appella alla Corte di Cassazione perchè elimini ogni dubbio; «con l'accuratezza che le è propria, provveda a espletare tutti i controlli necessari a garantire il risultato elettorale al di là di qualunque ragionevole dubbio». Prodi è accusato di essersi «attribuito un successo con una forzatura senza attendere i risultati ufficiali e i relativi conteggi delle Corti d'Appello e alla Cassazione». Bondi ricorda che la Cdl aveva chiesto alle Corti d'Appello che la verifica avvenisse con «il raffronto tra le tabelle di scrutinio e i verbali e attraverso la rispondenza di tutti i dati e che ciò avvenisse sezione per sezione». Ma a quanto pare così non è stato giacchè, come sostiene il responsabile dell'ufficio elettorale Denis Verdini, ci sono state delle sollecitazioni a fare in fretta. E questo sarebbe avvenuto soprattutto in Emilia Romagna. Inoltre secondo quanto comunicato dai rappresentanti di lista ci sarebbero 5-6.000 voti erroneamente attribuiti alla sinistra. Un altro fattore che non torna per Forza Italia è la mancata rispondenza tra i dati ufficiosi del Viminale sul numero dei votanti e il numero dei voti: ci sarebbero 122.000 voti in meno del numero dei votanti. Bondi sottolinea che «in tutte le democrazie quando il margine elettorale è così risicato, pari allo 0,6% si procede ai controlli ed ai conteggi ufficiali previsti dalla legge, per evitare che soltanto l'ombra di possibili errori possa inficiare il risultato elettorale e la volontà degli elettori». Ma questo appello alla Cassazione vuol dire che la Cdl pensa di non riconoscere il verdetto della Corte? È Buttiglione a rispondere dicendo che «nessuno ha detto questo. Noi chiediamo solo che la Corte lavori con accuratezza». «Qualcuno ha alzato la voce - insiste l'ex ministro centrista - chiedendo di fare in fretta. Noi chiediamo di fare in fretta ma bene». Infine, a chi gli chiede se comunque le Camere verranno convocate il 28, Buttiglione risponde che «non è detto». Bondi quindi assicura che la Cdl è pronta a ricorrere a tutti gli strumenti previsti dalla legge per assicurare le verifiche accurate del voto. «Non escludiamo il ricorso ad ogni possibilità che la legge offre, compresi eventuali memorie o ricorsi alla Corte di Cassazione». Insomma c'è ancora tempo per ind