GRUPPI UNICI

A Montecitorio sembra che la cosa sia bene avviata e che si farà, mentre al Senato la discussione è ancora aperta, e le possibilità sono più ridotte. Se D'Alema succederà a Casini, la presidenza del gruppo unico alla Camera andrà a un esponente della Margherita, mentre se a «vincere» dovesse essere Bertinotti, la poltrona di capogruppo spetterebbe ai Ds. Nelle molte incertezze di queste giornate, a quanto pare, una cosa sembra essersi chiarita: nè Rutelli nè Fassino abbandoneranno la guida dei rispettivi partiti, nemmeno entrando al governo. Un punto fermo che porta con sè un corollario: Dario Franceschini e Pierluigi Bersani non resteranno ancora a fare da delfini. Ipotesi allo stato remota e sulla quale non vuole scommettere neppure il diretto interessato che, secondo quanto riferisce una fonte parlamentare dei Ds, ritiene un vero e proprio salto nel vuoto, «mollare» la presa sulla Camera per accettare l'incognita di una candidatura tutta da costruire e per di più con l'apporto risolutivo dell'opposizione, per il Colle. Bertinotti avrebbe insistito e ripetuto la sua posizione a Prodi: non chiedo ministeri per me, non mi interessa fare il vice presidente del Consiglio, aspiro alla presidenza della Camera. Oppure resto a fare il segretario di partito. Una strada che agita mette i Ds sul chi va là, poichè si ritroverebbero uno scomodo «battitore libero» a sinistra, e un po' anche la Margherita. A viale del Policlinico, sede della direzione del Prc, non danno per scontato l'esito del braccio di ferro.