di LANFRANCO PALAZZOLO «NON voglio che gli italiani scendano in piazza il 25 aprile ...
Così spiega il senso della sua iniziativa l'eurodeputato dei Comunisti Italiani Marco Rizzo che chiede agli elettori dell'Unione di scendere in piazza «per la democrazia». Onorevole Rizzo, trova che questa proposta possa essere interpretata come un uso improprio di una ricorrenza come la festa della Liberazione che dovrebbe essere di tutti gli italiani? «La sua domanda è corretta. Il 25 aprile è una data importante dell'Italia Repubblicana perché rappresenta il termine della guerra di Liberazione. Il carattere di questa festa è fondativo. Non voglio affatto utilizzare l'anniversario della Liberazione per forzare il risultato elettorale. Durante questi cinque anni di governo della CdL è apparsa chiara la volontà del Governo uscente di picconare la Costituzione italiana e, nei giorni successivi al voto, c'è stata la volontà di spargere incertezze sul risultato delle elezioni. Da parte di alcuni esponenti del centrodestra, come l'ex ministro Roberto Calderoli, c'è stata la volontà di forzare l'esito del voto. La mia proposta nasce dall'esigenza di dare una risposta a questo comportamento». Quindi lei cosa propone agli elettori dell'Unione per il 25 aprile? «La mia proposta non è quella di festeggiare l'esito del voto. Ma penso che per ricordare la data del 25 aprile — che purtroppo viene ricordata come una ricorrenza celebrativa — oggi sia il caso di fare una riflessione sulla Costituzione, sulla difesa dei suoi valori e sulla certezza delle regole stabilite dai Padri costituenti tra il 1946 e il 1948. Queste sono le motivazioni della mia proposta. Quindi non credo di fare nessuna forzatura della piazza per una manifestazione sull'esito del voto. Non era l'obiettivo della mia proposta». Non bastava il controllo delle Corti di appello? «Io credo di sì. Il controllo in atto è certosino». In questa nuova legislatura vede opportunità di dialogo con il centrodestra o esclude la possibilità di una grande coalizione come è stato fatto lo scorso autunno in Germania dopo la mezza vittoria di Angela Merkel? «Lo scontro deve essere essere sulle idee e sui programmi e non sulle persone. Quando emetto un giudizio lo esprimo sui singoli atti politici e non sulle persone. Credo che non ci siano spazi per il dialogo. Dopo cinque anni di scontro non credo che sia possibile presentarsi agli italiani per dire lavoriamo insieme all'opposizione. A me sembra offensivo per tutti gli elettori». Il dialogo con i moderati dell'Unione sarà difficile. Cosa direbbe loro per convincerli a scendere il piazza con lei il 25 aprile? «Credo che i moderati dovrebbero essere realmente interpreti dell'elettorato del centrosinistra. Io credo che l'elettorato del centrosinistra non voglia gli inciuci con la nuova opposizione».