Tace pure il «grillo parlante» Tabacci
E con soddisfazione diceva: «Del resto già un anno fa avevo posto il problema di un cambio di leadership e del bisogno di sintonizzarsi nuovamente con gli italiani». E aggiungeva: «Il Paese ha deciso di voltare pagina rispetto a Berlusconi. Bisogna prenderne atto, così la gara non c'è stata, gli exit poll confermano i sondaggi di questi mesi, non c'è agenzia americana che tenga. Le cose erano così, bastava parlare con il tassista, non c'era bisogno di andare dalla Nexus». Dopo poche ore i dati lo hanno smentito. La società americana che aveva fatto i sondaggi aveva azzeccato in pieno: è finita (quasi) pari. Anche i tasssiti hanno sbagliato. E Tabacci s'è eclissato. Martedì ha dovuto perfino dare ragione a Berlusconi che aveva proposto la grande coalizione: «Proposta accettabile». Poi il grillo parlante dei centristi non ha cantato più. Solo poche parole, visto che ancora non sa se entrerà nel prossimo Parlamento. Al momento non è tra gli eletti, ma suo destino è appeso alle scelte di Casini. Se il leader dell'Udc deciderà, come ha giù annunciato, per la circoscrizione Lombardia 1, l'ex presidente della Lombardia sarà fuori. Può sperare che la seconda degli eletti, Elisa Santolini, scelga di traslocare altrove. Allora per lui si libererà un posto. Insomma, Tabacci oggi è tre coloro che sono sospesi. E lo ha confessato la scorsa settimana: «Non penso che tutti i candidati possano essere eletti in 25-26 collegi. Ci sarà un tempo in cui dovranno optare. Al Nord, comunque, c'è stata una grandinata di voti, vuol dire che abbiamo lavorato bene, se no li prendeva Berlusconi».