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Più di cento poltrone diventano «scottanti»

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La prima testa a cadere potrebbe essere quella Elio Catania, il top manager chiamato alle Ferrovie per sostituire Giancarlo Cimoli. A raccogliere il testimone è candidato Mauro Moretti, ad di Rfi, la società per la gestione dell'infrastruttura ferroviaria. Moretti avrebbe dalla sua importanti appoggi nell'Unione. Nelle Fs resta però anche il «rebus» sul destino dei vertici di Trenitalia. Roberto Testore, ad della società, è in scadenza e si parla di un avvicendamento con Giancarlo Laguzzi, attuale responsabile del trasporto regionale di Trenitalia. Più tranquilla la situazione di Alitalia Con l'arrivo del nuovo esecutivo Cimoli non dovrebbe temere scossoni vista la sua trasversalità. Tranquillo il fronte Finmeccanica. Il numero uno, Pierfrancesco Guarguaglini, nominato nell'aprile del 2002 ha dalla sua importanti successi aziendali. Nel settore dell'energia, i vertici di Eni, Enel e Terna scadono nel 2008. Si tratta di società con bilanci d'oro e per le quali nuove nomine sarebbero ad alto rischio per l'impatto sui mercati. Nulla da temere ga dunque l'ad Paolo Scaroni e il presidente Roberto Poli, al suo secondo mandato, così come il presidente dell'Enel Piero Gnudi, che raccoglie consensi in entrambi gli schieramenti. Anche l'ad Fulvio Conti ha fama di «tecnico» equidistante dai partiti. Più complesso il caso di Terna, la società proprietaria delle reti elettriche. Il presidente Luigi Roth è ritenuto molto vicino a Comunione e Liberazione e allo stesso leader dell'Unione Romano Prodi. A rischiare è Flavio Cattaneo, sostenuto dalla Cdl e in particolare da An. Non sono escluse novità anche per altre società della galassia energetica controllate dal Tesoro. Un'ipotesi che potrebbe toccare il Gestore del Sistema Elettrico-Grtn e il Gestore del Mercato Elettrico (Gme). Al Grtn il 14 febbraio è stato riconfermato il presidente Carlo Andrea Bollino. Il 6 aprile sono stati rinnovati i vertici della Borsa elettrica (Gme), con la riconferma dell'ad Sergio Agosta, manager vicino all'Udc che gode della stima di esponenti dell'Unione. Turbolenze per i vertici Sogin, la società per la sicurezza nucleare. Il presidente è il generale Carlo Jean e l'ad Francesco Nucci. In questo caso i siluri potrebbero arrivare da ambientalisti e verdi presenti nell'Unione. Nel mirino anche le Poste. Nell'azienda, guidata dall'ad Massimo Sarmi, non è escluso che con l'arrivo dell'Unione si aprano spazi per l'attuale condirettore generale e consigliere Domenico Mengozzi. Alla Cassa depositi e prestiti, il futuro si preannuncia all'insegna della continuità. Il presidente Salvatore Rebecchini gode di stima bipartisan mentre il vice, Luigi Roth, non è designato dal Governo ma dalle fondazioni bancarie. Il vento del centrosinistra potrebbe invece portare tempesta è in Sviluppo Italia. L'11 novembre, Stefano Gaggioli è stato riconfermato presidente mentre come ad è stato designato Ferruccio Ferranti, manager molto stimato da Gianfranco Fini. C'è, infine, il capitolo Autorità indipendenti con ben 5 «poltrone» da coprire. Alla Consob è ancora vacante il posto del dimissionario Filippo Cavazzuti. Mentre all'Autorità per l'energia oggi sono in carica solo due membri, il presidente Alessandro Ortis e un consigliere, Tullio Maria Fanelli, rispetto ai sei previsti per legge.

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