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L'ANTIPASTO di un futuro regime mediatico.

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«Prodi vuole imporre il bavaglio ai telegiornali. La loro colpa è stata di riportare correttamente, il giorno di Pasqua, le dichiarazioni di esponenti della Casa delle libertà in merito alle impossibilità di computare, su scala nazionale, i voti di un partito che si è presentato solo in una circoscrizione elettorale. Ci troviamo di fronte ad una minaccia per l'informazione, quasi una prova di regime da parte di chi si dichiara già vincitore», ha detto Paolo Bonaiuti. Immediata la replica del centrosinistra. Il sottosegretario Bonaiuti ha accusato Prodi di voler «imbavagliare i Tg». Ma, «di fronte a un pericolo così grave, dovrebbe immediatamente procedere ad una segnalazione all'Onu e all' Osce, denunciando il conflitto d'interessi di Prodi e segnalando come anche nel caso dell'ultima campagna elettorale si sia registrato un eccezionale squilibrio a favore del centrosinistra, in particolare tale squilibrio si sarebbe determinato sulle reti di proprietà del medesimo Prodi», è l'ironica replica del membro della commissione di vigilanza Rai Giuseppe Giulietti. «Ci associamo infine - ha concluso Giulietti - al fermo appello lanciato dal sottosegretario Bonaiuti contro ogni forma di regime mediatico e per l'immediato ritorno in video di Enzo Biagi, che come è noto fu allontanato dalla Rai in seguito a un ordine impartito dal medesimo Prodi all'inizio del suo perverso ed intollerante regime mediatico». Gli fa eco Fabrizio Morri, della segreteria Ds: «Stia tranquillo Berlusconi, il problema per noi più che i Tg è quello del comportamento irresponsabile del capo del governo e della maggioranza che pervicacemente tentano, con argomentazioni inesistenti, di delegittimare la vittoria di Prodi che, pur se solida alla Camera e più risicata al Senato, è netta. La smetta».

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