Calderoli: «In base alla mia legge ha vinto la CdL»
Ora, secondo il leghista Roberto Calderoli, in base alla legge elettorale la CdL ha vinto le elezioni. «A prescindere dalle verifiche in corso, la Cdl è già in vantaggio alla Camera di circa 20 mila voti dato che al centrosinistra sono stati attribuiti 45.580 voti che, legge alla mano, non devono essere conteggiati», afferma. Qual è il meccanismo? «È semplice - spiega - Ci sono i 45.580 voti della lista "Lega Alleanza lombarda" che si è presentata solo nella circoscrizione Lombardia. Non possono essere assegnati a Prodi. Non devono proprio essere calcolati». Perchè? «Perchè la legge che io ho scritto parla chiaro - continua Calderoli - la cifra elettorale nazionale di coalizione deriva dalla somma delle cifra delle singole liste e la cifra di ciascuna lista è data dalla somma delle cifre circoscrizionali conseguite dalle liste aventi il medesimo contrassegno. Quindi la cifra nazionale deve essere la somma di almeno due circoscrizioni, altrimenti non può essere conteggiata perchè il legislatore ha previsto l'ipotesi del conteggio della singola circoscrizione solo nelle regioni ove esiste la tutela delle minoranze linguistiche». «Ricordiamo a Calderoli che la Lega alleanza lombarda è regolarmente apparentata con l'Unione. In nessun punto della legge elettorale che si vanta di aver scritto, infatti, è previsto un numero minimo di circoscrizioni in cui presentare le liste. Invitiamo Calderoli ad imparare a leggere ciò che dice di aver scritto», replicano dal coordinamento dell'Ulivo. «Fa dispiacere che i comunisti non abbiano imparato a leggere e accusino gli altri di ignoranza, perchè a casa mia l'uso del singolare e del plurale sono cosa chiara e infatti nella legge si parla di somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni per stabilire la cifra elettorale nazionale della singola lista», ribadisce l'ex ministro. «E la somma di singole circoscrizioni - aggiunge - significa che deve essere almeno la somma di uno più uno, diversamente non avrebbe avuto significato l'uso del plurale. Quanto all'apparentamento, il problema è che gli apparentamenti sono stati sottoscritti al momento del deposito dei simboli e quindi una settimana prima che avvenisse il deposito delle liste. Quindi sono stati accettati ignorando se le liste fossero rappresentate in una o in più circoscrizioni». «L'interpretazione dell'ex ministro Calderoli è destituita di qualsiasi fondamento - sostiene Stefano Ceccanti, ordinario di diritto costituzionale comparato all'Università Roma Tre - È evidente che se una lista si è presentata in una unica circoscrizione, non per questo i suoi voti spariscono. Se il legislatore avesse voluto impedire che una lista si presentasse in una sola circoscrizione avrebbe fatto una norma esplicita e specifica. Se qualcosa non andava nella presentazione della lista Alleanza Lombarda, ci avrebbe pensato la prefettura a bloccarla prima delle elezioni». Controreplica di Calderoli: «Perchè mai la prefettura sarebbe dovuta intervenire per impedire il collegamento? E cosa vuol dire il professore sostenendo che i voti della lista "spariscono"? Una cosa è l'attribuzione dei seggi, per cui il conteggio avrebbe avuto valore e oltretutto se la lista avesse superato lo sbarramento del 2% avrebbe anche avuto dei deputati. Altra è il calcolo della cifra elettorale nazionale. che la legge affronta in maniera diversa».