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«Facciamo insieme la riforma del cuneo fiscale»

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Sulla riduzione del cuneo fiscale Forza Italia era d'accordo con il centrosinistra ma divergeva sui tempi. Prodi voleva ridurlo subito noi nell'arco di 5 anni. Ecco, una possibilità di collaborazione può partire da questo, discutendo su una soluzione intermedia. Lo stesso vale per l'Ici. Anche sull'abolizione dell'imposta sugli immobili, possiamo dialogare con l'Unione». Il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi rilancia l'ipotesi di una collaborazione tra l'Unione e la Cdl e indica i temi concreti su cui si può fare: econiomia e politica estera. Ha davanti a se l'intervista del presidente Ds Massimo D'Alema. Scuote la testa. «Va bene, è un passo in avanti ma non basta». Come non basta? D'Alema apre al confronto sul Quirinale. «L'on. D'alema ha almeno la consapevolezza e l'onestà politica e intellettuale che l'Italia è divisa in due e che nessuna coalizione è in grado, in queste condizioni di governare il Paese. Ma il dialogo non si può limitare a affidare alla Cdl una delle due Camere. È necessario definire dei punti programmatici comuni per agganciare la ripresa economica internazionale, l'assunzione di una comune responsabilità nella politica estera e poi nell'arco di un periodo di tempo ragionevole tornare al voto. Quella di D'Alema è un'apertura interessante, è un primo passo ma il vero banco di prova sarà un altro». Quale? «La prima verifica di questa disponibilità da parte del centrosinistra sarà la scelta del nuovo presidente della Repubblica. È lì che metteremo alal prova la volontà di alcuni esponenti della sinistra di cercare un dialogo reale per il funzionamento delle istituzioni e delineare un quadto politico generale all'interno del quale sia possibile garantire la governabilità del Paese». Pensate davvero che l'Unione non sarà in grado di governare il Paese? Ha la maggioranza, anche se risicata. «L'Unione ha una maggioranza sulla carta ma in realtà è una maggioranza che non ha la capacità di governare stabilmente il Paese dal momento che la Cdl ha 450.000 voti in più al Senato e il vantaggio del centrosinistra alla Camera si fonda su un capello. Per questo se vogliamo tutelare gi interessi del Paese e non guardare solo agli interessi di partito, occorre necessariamente ricercare una forma di dialogo e di collaborazione, anche se soltanto per un periodo limitato». Che vuol dire periodo limitato? «Significa collaborare sulla base di un accordo circoscritto ad alcuni punti programmatici definiti a cominciare dai provvedimenti necessari per assecondare la ripresa in atto». Su quali temi è possibile prefigurare la collaborazione tra i due schieramenti? «Penso all'economia e alla politica estera». Non state un po' precorrendo i tempi? D'Alema parla solo di aprire un confronto sul Quirinale. «Il punto chiave dell'intervista rilasciata al Corriere della Sera da Massimo D'Alema è nell'offerta all'opposizione di una delle due Camere, ma con una precisazione fondamentale. Secondo D'Alema, infatti, la Presidenza di una delle due Camere non è la premessa di una comune assunzione di responsabilità ma la conseguenza. Che cosa significa la conseguenza di una comune assunzione di responsabilità? Significa, nel linguaggio del Presidente dei Ds, l'accettazione di un patto per garantire il funzionamento delle istituzioni. In altre parole, il messaggio è il seguente: a voi una presidenza delle Camere, ma in cambio vi impegnate a non ricorrere all'ostruzionismo che impedirebbe la governabilità». E a voi questo va bene? «D'Alema sa bene che al Senato nessuna maggioranza può governare con soli pochi di scarto e precisa: "nella grandi democrazie europee quando un governo ha un voto di scarto, se un deputato della maggioranza si sente male l'opposizione ne fa uscire uno dei suoi". D'Alema chiude, almeno in questo momento, all'ipotesi della grande coalizione e offre un primo accordo istituzionale, che passi attraverso la presidenza di una delle Camere all'opposizione e la massima convergenza possibile nella scelta del nuovo capo dello Sta

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