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Berlusconi: «Intesa subito o ve ne pentirete»

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Il Cavaliere incalza: «Non ho ancora perso». E all'Unione: «Occorrono accordi sui temi più urgenti»

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Sicchè il progetto di un'intesa parziale sui temi dell'economia e della politica internazionale nonchè sulle scadenze istituzionali, è l'unico modo per restare in pista per addolcire un boccone amaro che non gli va giù. Giovedì sera ha chiamato in fretta e furia a Palazzo Grazioli Bondi e Cicchitto per mettere a punto una strategia. Una riunione durata fino a notte fonda con i due coordinatori che hanno guadagnato l'uscita solo alle due di notte. Ed è durante questo incontro a tre che Berlusconi ha deciso di giocare ancora una volta d'anticipo in questa battaglia serrata con l'Unione. Sa che l'indomani (venerdì ndr) uscirà sul Corriere della Sera un'intervista in cui Massimo D'Alema apre al confronto sul Quirinale ma esclude la grande coalizione. «Non vuole la grande coalizione? Allora io gli propongo un'intesa parziale limitata nel tempo su alcuni temi». Berlusconi è fuori di se. Sventola i dati dei voti recuperati dalle verifiche ancora in corso. «Se il Professore continua a sfottermi, a sfottere con me tutto il nostro elettorato che è la metà del Paese - dice ai suoi - potrà contare giorno e notte i 20 mila voti in più che ha racimolato, ma non gli servirà a nulla quando, voto dopo voto, alla Camera e al Senato, gli bocceremo tutte le sue leggi e leggine». Il travaglio dura una notte intera. Berlusconi ne discute con i due fedelissimi che approvano. Poi mette nero su bianco una lettera che l'indomani farà recapitare a via Solferino. E mentre Bondi e Cicchitto lasciano Palazzo Grazioli, dice quasi tra se e se: «Vedranno in Parlamento chi è il vero vincitore e chi ha sbagliato a non credere quando parlavo di un testa a testa tra i due poli». Nella lettera Berlusconi propone all'Unione di «ragionare insieme a soluzioni nuove» per il governo, pensando a «un'intesa parziale, limitata nel tempo, per affrontare le scadenze istituzionali, economiche ed internazionali del Paese». Il presupposto è che «comunque si concludano i conteggi ufficiali del risultato elettorale, e chiunque si veda attribuire il consistente premio di maggioranza alla Camera, le cose non cambiano: si è di fronte a uno stallo, in cui non ci sono nè vincitori nè vinti». Poi aggiunge: «A questo punto, il senso di responsabilità impone una riflessione». E chiama in causa Prodi: «Non è responsabile, come sta facendo Prodi dalla notte di lunedì, cercare testardamente una prova di forza». Il premier promette che «nel caso in cui invece prevalesse una linea estremista è evidente che Forza Italia e i suoi alleati condurranno una coerente e rigorosa battaglia in difesa dei valori e degli interessi che ci sono stati affidati dal 50% degli elettori». Nella conclusione, l'ultimo invito all'Unione e ai suoi leader: «Ecco perchè chi ha un minimo senso di responsabilità non può chiudersi ad un confronto sereno tra le due metà del Paese». A fine giornata Belrusconi è tornato sulla questione dei voti. «Aspetto il vero computo, i conteggi ufficiali. Riconosceremo l'esito alla fine delle verifiche. Spero nella vittoria della Cdl. Prodi non ha ancora vinto le irregolarità sono tante. Siamo i vincitori morali. Scendano a patti o ne pagheranno le conseguenze. Io sono pronto a rifare il premier». L.D.P.

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