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«Tempi lunghi per l'incarico»

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Rinviando allo scarno comunicato del Quirinale ed eludendo in pratica la domanda. In realtà, sembra che un piccolo scontro tra i due ci sia stato. O, se non vogliamo chiamarlo così, diciamo un tentativo da parte del leader dell'Unione di accelerare i tempi previsti per la creazione dell'Esecutivo, troppo lunghi per lui. Nei 75 minuti di permanenza del Professore sul Colle presidenziale, infatti, si sarebbe parlato soprattutto di questo. E il «quando» ha riempito i vuoti lasciati dal «come», perché sulla formazione che s'insedierà probabilmente dopo metà maggio a Palazzo Chigi Ciampi non avrebbe fornito indicazioni. Sebbene circolasse una voce che, lungi dal somigliare ad una Grande Coalizione, parlava però di due o tre ministri di centrosinistra graditi al centrodestra. Un compromesso che avrebbe accontentato molti, anche se non tutti. Ma era solo un'ipotesi, che non ha avuto alcuna conferma. La certezza, invece, è che Prodi voglia dare un'impronta molto personale al governo, circondandosi di alcuni uomini di fiducia non legati ai partiti e sottolineando che i segretari degli stessi non devono necessariamente avere una poltrona nell'edificio di piazza Colonna. Ma allora quando ci sarà il secondo governo Prodi? Forse il timore del Professore è proprio che i tempi lunghi possano allontanarlo dalla poltrona di Palazzo Chigi. Il comunicato del Quirinale, tuttavia, non lascia spazio a pressioni di acceleratore: «Si ricorda, al riguardo, che ci sono scadenze e scansioni temporali imprescindibili: innanzitutto la prima riunione delle nuove Camere, già fissata per il 28 aprile 2006, per l'elezione dei rispettivi Presidenti; seguiranno la costituzione degli uffici di presidenza delle stesse Camere e la costituzione dei Gruppi Parlamentari con l'elezione dei Presidenti. Inoltre, a norma dell'art. 85 della Costituzione, il neo Presidente della Camera dovrà convocare il Parlamento in seduta comune e i delegati regionali per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica entro 15 giorni dalla prima riunione delle nuove Camere e, cioè, non oltre sabato 13 maggio 2006». Metà maggio, insomma. Questo ha ripetuto Prodi ai suoi al ritorno dal Colle. L'obiettivo è farcela entro il 20, comunque prima delle amministrative del 28. Riassume il verde Pecoraro Scanio: «Se ci sono le condizioni, il Presidente della Repubblica potrebbe essere eletto subito. Se c'è invece qualche difficoltà, dopo tre giorni si passa al voto a maggioranza assoluta. Eletto il nuovo presidente, per l'incarico bastano un paio di giorni». Che sia Ciampi o un altro il futuro capo della Repubblica, questo non è ancora dato di saperlo. Per vincere la corsa contro il tempo, Prodi ha scelto un metodo di lavoro basato su una «griglia» che comprenda insieme l'accordo sui presidenti di Camera e Senato, i presidenti dei gruppi, il nuovo inquilino del Quirinale e la squadra di governo. Il «pacchetto» dovrà essere elaborato da Prodi e dal suo consigliere politico Richy Levi. Ma non subito. I due si metteranno al lavoro dopo la pausa festiva, che Prodi trascorrerà in Emilia Romagna. Nomi, per il momento, non ce ne sono, anche se il «totoministri» è già cominciato.

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