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Poltrone di Stato congelate La Borsa fa scudo ai manager

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I vertici delle grandi società partecipate dal Tesoro per il momento restano blindati, visto anche il risultato elettorale vicino al pareggio. Più solida la posizione dei manager alla guida dei gruppi quotati in Borsa: un avvicendamento, infatti, significherebbe sfidare i mercati. Ma la nuova maggioranza di Centro-sinistra si prepara comunque a fare ricorso alla pratica dello spoils system per mettere al comando uomini di propria fiducia. Scalpitano infatti alcuni grandi nomi in quota Unione, come l'amministratore delegato di Banca Intesa Corrado Passera. Ma in pole position ci sono anche Franco Bernabé, Francesco Mengozzi, Gian Maria Gros-Pietro e Luigi Abete. Sono solo alcuni dei papabili, ma è certo che nella lista entreranno presto altri candidati visto che , stando ai dati della Ragioneria generale, sono 4600 gli enti e le società dove è presente almeno un rappresentante del ministero dell'Economia. Non sarà facile, però, scalzare i top manager attualmente in sella. Gli incarichi all'Enel, per esempio, appaiono blindati: il mandato del presidente Piero Gnudi e dell'amministratore delegato, Fulvio Conti, scade infatti nel 2008 e viste le performance del gruppo elettrico sembra difficile immaginare un avvicendamento giustificato da meri aspetti gestionali. Enel ha chiuso il bilancio del 2005 con un utile netto a 3,895 miliardi di euro, in aumento del 48%, e proporrà all'assemblea un dividendo di 0,44 euro, il più alto dalla privatizzazione del gruppo. Lo Stato, con la partecipazione diretta in Enel e quella indiretta attraverso la Cassa depositi e prestiti, incasserà 789 milioni di euro, un bel gruzzolo per gli asfittici conti pubblici italiani. E Conti ha già annunciato che almeno fino al 2007 il dividendo non scenderà sotto quota 42 centesimi. Oltre a questo biglietto da visita, la coppia Conti-Gnudi può presentare altre credenziali. Come i progetti di espansione all'estero, con la campagna di Francia ancora nel vivo per la conquista del gruppo elettrico d'oltralpe Suez. Anche i vertici dell'Eni, nonostante la loro vicinanza a Silvio Berlusconi, possono dormire sonni tranquilli. Il mandato dell'amministratore delegato Paolo Scaroni e del presidente Roberto Poli scade tra due anni. Non solo. Anche il «Cane a sei zampe» contribuisce a gonfiare le casse dello Stato. Il bilancio 2005 ha chiuso con un utile netto di 5.288 milioni di euro per la felicità degli azionisti che incasseranno a giugno una cedola di 0,65 euro che va ad aggiungersi 0,45 euro già distribuiti a ottobre. Un altra poltrona molto ambita è quella di Finmeccanica. Ma anche in questo caso il mandato del presidente e amministratiore delegato Pierfrancesco Guarguaglini scade nel 2008. Più traballante è la posizione del presidente e amministratore delegato di Alitalia, Giancarlo Cimoli. Nei mesi scorsi lo scontro tra azienda e sindacati è stato infuocato, ma di recente il clima appare più disteso. Una soluzione sulle vertenze aperte permetterebbe a Cimoli di consolidarsi al comando. Altro discorso riguarda le nomine effettuate dal governo Berlusconi negli ultimi sei mesi. Su questo fronte la polemica è aperta. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha proceduto a indicare 82 incarichi, 154 se si considerano anche prefetti, militari e ambasciatori. Tra questi figurano Alessandro Falez al vertice dell'Unire, l'ex sottosegretario Antonio Guidi alla presidenza dell'Istituto italiano di medicina sociale, Arturo Semerari all'Ismea. Altre nomine last minute nelle società di Stato sono quelle di Guido Pugliesi (Enav) e le conferme di Andrea Bollino (Grtn) e Nando Pasquali (Acquirente unico).

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