di PAOLO LUIGI RODARI «I CATTOLICI hanno votato sia a destra sia a sinistra, secondo coscienza.
Può essere che vi sia stato qualche cattolico che, vista la presenza della Rosa nel Pugno all'interno della coalizione del centrosinistra, abbia deciso di astenersi o di cambiare schieramento, ma in generale credo che i voti dei cattolici sia andati ad entrambe le coalizioni». Questo il giudizio espresso dal 60enne gesuita, padre Michele Simone, vicedirettore de «La Civiltà Cattolica» e notista politico della rivista. Un giudizio espresso da una persona che scrive su una delle riviste più importanti all'interno del panorama cattolico. In scia con le posizioni espresse dalla Cei e dal Pontefice - richiamo dei valori ma nessuna indicazione di voto - «La Civiltà Cattolica» appena prima delle elezioni fece uscire una serie si articoli non firmati piuttosto chiari, in cui in sostanza entrò a piedi pari sulle tematiche quali aborto e denatalità, eutanasia, coppie di fatto e, pur senza dare indicazioni di voto, si misero chiari paletti su quei «principi non negoziabili» che già qualche settimana fa al consiglio permanente della Cei a Roma lo stesso Ruini aveva citato. «Il mondo laico tollera una Chiesa che parli e combatta a patto però che essa sia socialmente perdente, che sia nullo o scarso il suo influsso sulla cultura, che sia superficiale e distratto il consenso nell'opinione pubblica - si leggeva sulla rivista - Non può invece tollerare una Chiesa che si dimostra capace di affrontare temi e problemi di alta rilevanza sociale, di elaborare, in un tempo di generale incertezza e di crisi delle antiche evidenze etiche, dottrine e proposte di comportamento che trovano interesse, ascolto e consenso anche al di fuori del cattolicesimo organizzato. Una Chiesa che si oppone ma perde è accettabile, mentre lo è di meno una Chiesa che si oppone ma vince. Non ci pare un caso che il Papa, descrivendo la tolleranza che il mondo laico ostenta nei riguardi di Dio, abbia parlato di ipocrisia». L'uscita di ogni articolo della Civiltà Cattolica è costantemente monitorata dal Vaticano e, in particolare, dalle sue più alte gerarchie e quindi ogni giudizio che essa esprime assume un peso che altrove non si trova. Quando il fascicolo della rivista è ancora in bozze viene inviato alla Segreteria di Stato per l'approvazione definitiva. Il giudizio riguarda essenzialmente tre punti: la conformità degli articoli pubblicati sulla rivista con l'insegnamento ufficiale della Chiesa in materia di fede e di morale; la conformità o almeno la non sostanziale difformità con gli indirizzi seguiti dalla Santa Sede nei confronti degli Stati; l'opportunità o meno di pubblicare taluni articoli in particolari situazioni. Il lunedì che precede il primo e il terzo sabato del mese in cui la rivista è pubblicata, il direttore è ricevuto in udienza in Segreteria di Stato: gli vengono comunicate le osservazioni fatte sul fascicolo e queste sono discusse per decidere quali devono essere necessariamente inserite nella rivista e quali invece sono lasciate al giudizio e alla prudenza del direttore. Padre Simone, a suo avviso, i continui appelli della Cei e di Ruini in difesa della vita e della famiglia e anche le parole spese a più riprese dal Papa su questi temi come anche sulla necessità che alla Chiesa sia lasciata libertà di parola senza accusarla di ingerenza nelle cose dello Stato, pensa sia stato determinante nel voto dei cattolici? «Credo che i cattolici abbiano ascoltato attentamente Ruini e il Papa i quali, è giusto ricordarlo, non hanno mai dato un'indicazione di voto ma hanno fatto appello alle coscienze della gente perché decidessero tenendo conto di certi principi. La Chiesa ha semplicemente richiamato i valori ai quali ogni uomo dovrebbe guardare». Un po' come successe per il referendum abrogativo della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita? «Sì. Anche in quel caso la Chiesa richiamò certo valori e il popolo rispose». Da che parte hanno votato secondo lei i cattolici maggiormente? «Non lo si può dire. Certo, la Rosa nel Pugno può aver scoraggiato alcuni a votare centro sinis