Anche Confindustria vuole il dialogo tra i Poli

Una maggioranza stabile capace di guidare il Paese sulla strada del riformismo economico. Non è stato così, e ora la Confindustria guarda preoccupata al futuro. Il problema principale è l'ingovernabilità. Ieri, il quotidiano di viale dell'Astronomia, il Sole 24Ore, con un articolo a firma di Stefano Folli, ha descritto con lucidità la situazione del Paese: «La sensazione è che governare l'Italia sia un'impresa di grande difficoltà per una maggioranza che al Senato dispone di due seggi, attribuiti a due senatori eletti in Australia e in America Latina. Di fatto la maggioranza non esiste». Che fare di fronte a uno scenario di questo tipo? Confindustria rifiuta praticamente a priori l'ipotesi di una «grande coalizione» lanciata da Berlusconi che viene letta da Folli come «un'azione di disturbo». Ma il problema resta. Soprattutto perché viale dell'Astronomia ha già ribadito «in un quadro di grande preoccupazione per gli equilibri di finanza pubblica, l'esigenza di riforme strutturali e di interventi mirati». Obiettivi che difficilmente potranno essere raggiunti senza quella che Confidustria definisce la «solidarietà nazionale». E mentre il presidente Luca Cordero Montezemolo tace («C'è già tanta gente che parla - ha detto ieri a Milano -, io parlerò più avanti»), spetta ai «suoi» uomini scendere in campo. Martedì sera, nel corso della trasmissione Ballarò, è stato il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei ad augurarsi, in modo un po' sibillino, un superamento «delle brutta campagna elettorale che, se non ha fermato il Paese, lo ha rallentato». Parole che, se proprio non incoronano un governo di «grande coalizione», sembrano auspicare la fine dello scontro tra i Poli in nome dell'interesse nazionale. Ieri, altro indizio, l'editoriale di Folli che ha descritto come possibilità, tutt'altro che remota, «un processo di maturazione del nostro bipolarismo» in nome della «reciproca legittimazione». Mentre il presidente di Federmeccanica Massimo Calearo preferisce non sbilanciarsi troppo: «Chi prenderà in mano il Paese dovrà capire se ce la fa da solo o se si deve mettere insieme a qualcuno. Noi abbiamo bisogno solo di una cosa: scelte veloci e responsabili». E anche Diego Della Valle, nonostante non faccia più parte del board di Confidustria, apre alla necessità di un confronto tra maggioranza e opposizione. «I risultati - ha detto ieri il patron di Tod's in un'intervista al Corriere della Sera - ci metteranno presto nella condizione di uscire tutti da questa ubriacatura mediatica, dalla rissa politica continua. Ora bisogna che i politici utilizzino questa grande occasione, tutti insieme, sia governo sia opposizione per rimettere a posto questo Paese. Ora basta veleni: le parti politiche si parlino e collaborino per un obiettivo comune, il futuro del Paese, e per la soluzione dei problemi veri che purtroppo sono tantissimi». Insomma, nonostante le dichiarazioni di facciata, a viale dell'Astronomia guardano con preoccupazione alla situazione del Paese. La strategia scelta dal presidente Montezemolo, per il momento, è attendista. Inutile fare mosse avventate. Dalle urne è comunque uscita, anche se instabile, una maggioranza. Aspettiamo che Prodi faccia il suo governo e dimostri se e come riuscirà a governare. Certo, e sembra essere questo il vero auspicio di Confindustria, se prima cercasse il dialogo e il confronto con l'opposizione, proprio male non sarebbe.