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Il Tg 2 batte tutti, ma la vera sorpresa è il giovane Sky Tg 24 che sta al passo dei notiziari Rai

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Soprattuto la performance di Sky è stata una sorpresa. Successi che si sommano a successi e che dimostrano che la tv satellitare sta migliorando la sua offerta. La Rai, invece, ha fornito le prime proiezioni perfettamente in linea con i tempi fissati, sfoderando trasmissioni che hanno permesso agli elettori di seguire passo passo lo scrutinio e di avere importanti punti di riferimento grazie ai collegamenti con le redazioni dei giornali. La fretta, comunque, non ha favorito il Tg5, che dava il vantaggio dell'Unione di quasi quattro punti sopra la Cdl. Vantaggio uguale alla Camera e al Senato. Nel frattempo Nicola Piepoli, il sondaggista a cui si è affidata Sky, rivedeva le stime, assegnando un vantaggio più ampio al centrosinistra: 5 punti percentuali. Al Tg4 Emilio Fede non è sorridente come al solito, lo sguardo sfuggente alle telecamere e la mente forse alle elezioni del '96, quando con il passare delle ore ad una ad una le speranze di vittoria del centrodestra vennero meno. Sulle altri reti scorrono i dati. Passano una decina di minuti e il Tg1 e il Tg5 lasciano la mano alla normale programmazione pomeridiana. Rimangono in pista solo Tg2, Tg3 per la Rai, Tg4 per Mediaset, La7 e Sky. Sbornia di dati e di commenti. I politici sono defilati, preferiscono aspettare. Come Fini che beccato dai giornalisti mentre sta per varcare il portone della sede di An spiega di non voler commentare gli exit poll. La parola passa agli opinionisti. La scena è tutta per loro. Su Sky va il direttore della «Padania», Gianluigi Paragone, mentre quello del «Messaggero», Roberto Napoletano, è ospite del Tg4. Il Tg2 di Mauro Mazza si è assicurato il direttore de «Il Giornale», Maurizio Belpietro, Flavia Perina del «Secolo d'Italia» e il direttore de «Il Riformista», Antonio Polito. In collegamento i direttori del «Sole 24 Ore» Ferruccio De Bortoli, della «Stampa» Giulio Anselmi, del «Tempo» Gaetano Pedullà del «Messaggero» Roberto Napoletano, del «Giornale» Maurizio Belpietro. La7 invece schiera il direttore del quotidiano della Margherita, «Europa», Menichelli e l'editorialista de «Il Sole 24 Ore», Stefano Folli. Atmosfera tranquilla. Tutti concordi: sono dati ufficiosi e quindi analizzarli con la dovuta attenzione. Dal mondo della politica iniziano ad arrivare le reazioni. Ai microfoni del Tg1 il primo a commentare per la Cdl i dati è Mario Baccini, ministro delle Funzione Pubblica, ed esponente di primo piano dell'Udc. Lucida la sua analisi: aspettiamo dati più sicuri ma al momento l'Udc ha raddoppiato i suoi voti. Anche nel centrosinistra prendono coraggio. Vladimir Luxuria appare al Tg5 auspicandosi la «vittoria di civiltà». Poco dopo un Franco Marini con la cravatta in disordine giunge al Tg1 per iniziare ad ammettere che «con cautela si può parlare di vittoria». Ma i leaders rimangono in silenzio. Solo Rutelli tenta timidamente di prendere parola annunciando per le 16.30 una conferenza stampa. La7, invece, inquadra il tir giallo di Prodi. In serata parlerà sui dati elettorali. E Berlusconi? Nuovamente SkyTg24 ruba la scena agli altri e anticipa tutti. Diretta sulla villa di Arcore. Auto blu in viaggio verso Roma. Destinazione Palazzo Grazioli. Il presidente è in volo su un elicottero per arrivare prima possibile nella Capitale. Intanto i dati tardano e le apparizioni dei politici aumentano. Gasparri va al Tg1, Marini passa a Sky, Tajani raggiunge gli studi di La7, mentre Cicchitto va al Tg3. È una girandola di commenti e di voci. Ma i dati ancora non arrivano. È ormai passata più di un'ora da quando erano attese le prime proiezioni. Ci sono solo i dati regione per regione ma il riepilogo nazionale tarda a venire. Così saltano tutti gli interventi dei leaders. Troppo rischioso parlare senza dati certi. C'è il timore di ripetere l'errore fatto con le ultime elezioni presidenziali Usa, quando Kerry fu dato per vincitore. Per ammazzare l'atte

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