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Rivoluzione in Campania e Lazio

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E sì perché, mettendo da parte i «feudi storici» ci sono dei «cambi di fronte» che più di un politico si dovrà affaticare a spiegare. Lascia stupiti il risultato della Campania che, più di altre cifre, che comunque non lasciano indifferenti, fa parlare di vera rivoluzione. Facciamo un passo indietro. Elezioni regionali del 2005. Un anno fa. In Campania vince Antonio Bassolino con un risultato schiacciante: il 61.6 per cento. Quasi un plebiscito. Italo Bocchino della Casa delle Libertà fa il punto della bandiera con il 34,4 per cento. La Mussolini si accontenta dell'1,9 per cento. Ieri sera la Casa delle Libertà ha raggiunto il 49,07 per cento dei voti contro il 49,58 per cento dell'Unione. Insomma il centrosinistra ha vinto ma di pochissimo. Stesso discorso nel Lazio. Marrazzo con la sua fortissima figura mediatica lo scorso anno non è riuscito a superare Storace come è riuscito al «collega» campano, ma comunque è riuscito a «staccarlo» di quasi tre centesimi. L'Unione vinse con il 50.7 contro il 47,4. È andata ben diversamente l'altro giorno e ieri nelle urne del Lazio: la Cdl sembra che abbia superato il «muro» del 50 per cento lasciando il centrosinistra attorno al 49. Segno che l'aumento netto dell'affluenza al voto rispetto a tutte le precedenti consultazioni ha avuto un effetto decisamente forte. Il dato nazionale ieri si è attestato all'83,6. Ma aumento dei votanti, e quindi degli indecisi che si sono decisi, a parte, appare evidente che in queste regioni le amministrazioni appena entrate non hanno riscontrato subito la simpatia degli elettori che li avevano votati. Ma non è finita: nel novero delle regioni decisamente scontente del centrosinistra bisogna mettere sicuramente anche il Piemonte dove, lo scorso anno, vinceva Mercedes Bresso con il 50,9 superando di circa tre punti Enzo Ghigo della Casa della Libertà. E anche in Piemonte in base ai calcoli fatti nella tarda serata di ieri la coalizione vincente sarebbe la Cdl con qualche punto in più rispetto agli avversari. E avevano gli esponenti del centrosinistra ieri da prendersela con la nuova legge elettorale che, in alcuni casi, ha cambiato le carte in tavola. Ma sulla base regionale appare evidente che si sono «spostate» parecchie simpatie. Altro che legge elettorale. E, ciliegina sulla torta, c'è la Puglia dove Nichi Vendola per l'Unione vinse con il 49,84 contro qualche punto in meno del presidente uscente Raffaele Fitto. Una vittoria che fece parlare di un netto spostamento a sinistra della regione, visto che il vincitore era un parlamentare di Rifondazione comunista. Ma ieri altro che spostamento a sinistra: la Puglia ha messo ben due punti sopra il 50 per cento la Casa delle Libertà scaraventando l'Unione al 47,9. Tutti dati relativi a proiezioni del solo Senato. Ma che comunque parlano da soli. La legge elettorale sarà anche cambiata, ma appare evidente che quella mappa di una Italia «tutta rossa», che l'Unione ha festosamente disegnato un anno fa, dopo un non troppo lungo periodo di governo è tutta da rivedere.

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