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Prima entusiasta grida «abbiamo vinto» poi si arrende all'evidenza: la Dl è in calo

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I dati parlano chiaro. Nel 2001 il partito di Rutelli aveva toccato il 14,5% mentre ieri sera si attestava al 10,8%. Una delusione considerando che Marini aveva detto che potevano ritenersi soddisfatti sopra il 12%. E dire che nel promeriggio Rutelli si è presentato sorridente a piazza Santi Apostoli ostentando ottimismo come se avesse già la vittoria in tasca. Una vittoria non solo di coalizione ma anche di partito. I primi exit poll dopo la chiusura dei segi li ha aseguiti nel quartier generale di Sant'Andrea delle Fratte. Al comparire della prima schermata il presidente della Margherita non riuscendo a trattenersi ha gridato «Abbiamo vinto!». Sarebbe poi seguito un applauso. La parola prudenza nella sede del partito non è stata pronunciata fino in serata quando invece è cominciato il ribaltamento dei dati ma è anche emersa la sconfitta in percentuali della Margherita. A questo punto Paolo Gentiloni ha gettato acqua sul fuoco. «Non abbiamo nessuna preoccupazione sul risultato finale. Diamo una valutazione di fiducia sul risultato finale - osserva Gentiloni - anche se qualcuno sulla base degli exit poll si aspettava un pomeriggio più breve e invece sarà forse una lunga serata...». L'esponente del partito di Rutelli sottolinea comunque che «si profila una maggioranza dell'Unione sia alla Camera che al Senato anche se di misura». Ma questo «non è una novità per questo paese». «Tutti si aspettavano - osserva - un paese diviso e dal nostro punto di vista è importante una vittoria in entrambe le Camere». «D'altra parte - aggiunge - vincere in una contesa non scontata fin dall'inizio dà più soddisfazione». Gentiloni valuta positivamente anche il responso delle urne per quanto riguarda la Margherita. «Per noi è un risultato positivo ma in questo momento abbiamo testa e occhi prevalentemente su altro. Per la Margherita si profila come un ottimo risultato ma quello che conta è la vittoria del centrosinistra e su questo siamo fiduciosi». Ottimista Enzo Bianco. «È comunque soddisfacente il risultato che, secondo le prime proiezioni, si delinea per la Margherita al Senato» afferma Bianco che sottolinea che «il dato della Margherita risente della contrazione del centrosinistra. Avevamo detto che saremmo stati soddisfatti con un numero a due cifre e quindi si tratta comunque di un risultato soddifacente». Inatnto il presidente dei senatori Dl Willer Bordon conferma che «per gruppi parlamentari unici di Margherita e Ds alla Camera e Senato l'impegno c'è già e sarà mantenuto». Il ribaltamento della situazione di vantaggio che inizialmente era dell'Unione fa scoppiare all'interno della Margherita la polemica sulla validità dei sondaggi. Secondo il coordinatore regionale della Margherita del Friuli Venezia Giulia, Flavio Pertoldi il cambio repentino dei dati, dopo i primi exit poll, «conferma ancora una volta come la scienza dei sondaggi diventi sempre meno attendibile». Commentando i seppur parziali risultati Pertoldi afferma: «sapevamo che la competizione elettorale era particolarmente combattuta e che il risultato non era dato per scontato, e in questo ha influito in modo notevole la legge elettorale». Inoltre, Pertoldi ritiene che negli ultimi dieci giorni di campagna elettorale siano passati «messaggi mediatici che hanno fatto breccia su particolari problemi», vedi il risparmio, i Pacs, l'Ici.... A livello regionale, se Pertoldi si dice abbastanza soddisfatto del risultato conseguito dalla Margherita, aggiunge che «colpisce, sull'altro versante, l'incremento di An, che qui in Friuli Venezia Giulia è particolarmente alto. An ha conquistato consensi, credo a discapito di Forza Italia, così come l'Udc».

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