Lo scrutinio spegne l'urlo della piazza
L'ottimismo in gioia. Qualcuno parla addirittura di «felicità». Qualcun altro usa il termine «trionfo». Il presidente della provincia di Roma spedisce a Prodi uno champagne magnum per festeggiare la vittoria. Piazza Santi Apostoli si riempie di folla in attesa del discorso che terrà il leader dell'Unione. È previsto alle 18. Poi si andrà «tutti» in piazza del Popolo, «teatro» più ampio e adatto per celebrare la caduta del governo Berlusconi e la nascita del governo Prodi. Le proiezioni effettuate su una percentuale ridotta di seggi confermano l'entusiasmo del centrosinistra, ma già lo ridimensionano sensibilmente. Una tendenza che si accentuerà nel corso della giornata. Progressivamente. Inesorabilmente. Man mano che avanzano le lancette, l'aumentare dei seggi censiti è proporzionale alla diminuzione del vantaggio apparentemente guadagnato dalla coalizione «sfidante». Passano le ore. Si profila lo spettro del pareggio e perciò di nuove elezioni. Infine sorge l'incubo della sconfitta, «complice» - dicono in molti - la «legge-porcata» introdotta poco prima della chiamata alle urne. La contentezza scolora in ansia, quindi in angoscia. Il Professore non si vede. Il suo comizio viene rinviato. La festa sospesa. È la cronaca di una vittoria sognata, sperata e creduta fino in fondo ma più con il cuore che in base alla statistica (ingannevole, come sempre). Eccola. Poco dopo le 15 si apprende da un exit-poll Nexus-Rai che l'Unione è in vantaggio. Netto. Sia alla Camera, sia al Senato. Si parla di una differenza di 4-5 punti percentuali. Cioè grande. «Si tratta dei primi dati ed è giusto avere prudenza, ma si profila una grande vittoria del centrosinistra», commenta il coordinatore della segreteria dei Ds Vannino Chiti. I corrispondenti e gli inviati dei media stranieri (a Santi Apostoli ci sono 850 giornalisti e 150 reti tv) fanno rimbalzare le cifre oltreconfine: il portale online di «Le Monde» riferisce di un Prodi tra il 50 e il 54 per cento e di un Berlusconi tra il 45 e il 49%. «Prodi in vantaggio su Berlusconi», titola la Cnn. «Prodi verso la vittoria», sentenzia il sito della Bbc. Enrico Gasbarra, presidente della provincia di Roma, invia a al «vicino» Romano un «bottiglione» di champagne. Gli indici della borsa di Milano, dopo una prima reazione negativa, prendono la via del rialzo. «Credo che possiamo guardare con ottimismo, con forza sorridente, ai risultati elettorali, anche se la prudenza è d'obbligo trattantosi di exit-poll», dichiara alle tre e mezza Giulio Santagata, uno dei coordinatori dell'Ulivo. La piazza, sulla quale campeggia un maxischermo montato sul tir giallo del Professore, comincia a riempirsi. Si prepara la festa. E si aspetta che Prodi parli. L'appuntamento, però, è slittato di mezz'ora. Alle 16,30 arriva il secondo exit-poll. «A questo punto l'ottimismo è diventato felicità», dice Santagata. Che aggiunge: «L'Italia sarà guidata gradualmente sulla via di riforme radicali ma fatte con il consenso di tutti». Il sindaco Veltroni invita gli «alleati» alla cautela. Intanto la folla fischia (quando sullo schermo compaiono i rappresentanti della CdL) e applaude (viceversa). Poco prima delle sei, lo staff dell'Ulivo comunica che il comizio di Prodi è spostato alle 19.30. I dati arrivano troppo lentamente. Nel frattempo vengono rese note le prime proiezioni del Viminale. L'Unione è ancora in testa, anche se le percentuali sono ricavate da poche sezioni rispetto al totale. Al Senato ci sono solo due punti di differenza. Alle 19,30 Prodi non si vede. Giungono le proiezioni su oltre metà dei seggi. L'Unione al Senato è al 50,7, la CdL al 48,4. Santagata riprende il microfono: «Aspettiamo un dato stabile, non rilasceremo dichiarazioni se non su cifre ufficiali», spiega, sottolineando l'eccezionale lentezza del flusso di informazioni dai seggi. Il leader dell'Unione è in piazza Rondanini a casa di un amico, l'amministratore delegato di «Risorse per Roma» Claudio Pancheri. È lì con la fami