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Lazio, le province trascinano la Cdl

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Quindici seggi sono andati alla Casa delle Libertà e 12 all'Unione. Questo il dato definitivo del Viminale per il Senato nel Lazio. Alla Cdl è andato il 50,249% dei voti, contro il 49,117% dell'Unione. Le province hanno fatto la differenza. Nonostante Roma, infatti, la Casa delle Libertà a un anno delle elezioni regionali conquista la maggioranza nel resto della regione. L'affluenza massiccia alle urne, rispetto alle precedenti consultazioni elettorali, ha avuto come effetto il superamento del «muro» del 50% per la Casa delle Libertà. I dati, quando mancano poche sezioni alla chiusura, parlano chiaro. È Latina a fare da traino per le altre province. Il dato definitivo del Senato parla del 66,11% per la CdL mentre l'Unione conquista il 33,39%. Alleanza Nazionale si attesta al 24,73% mentre Forza Italia arriva al 30,4%. Alla Camera il centrodestra conquista il 65,58%, con Forza Italia che si attesta al 30,50% dei voti di lista e An al 24,71%. L'Unione si ferma al 34,42%. Un voto che, in terra pontina, premia il centrodestra e i suoi esponenti politici, mentre, comunque vada a finire, dimostra che l'Unione non è cresciuta, anzi, malgrado Rifondazione e la Rosa nel Pugno, assenti dalla coalizione nella precedente tornata elettorale, è diminuita. Inutile dire che Alleanza Nazionale conferma il radicamento sul territorio passando dal 18% al 24%. Varcheranno l'ingresso di Montecitorio l'ex senatore di An, Riccardo Pedrizzi e l'azzurro Gianfranco Conte. Al Senato andrà Claudio Fazzone e molto probabilmente per l'Udc, Michele Forte. A Viterbo per il Senato, quando mancano 11 sezioni, delle 292 totali della Tuscia, la Cdl è al 52,7% contro il 46,83% dell'Unione, mentre alla Camera, quando mancano 100 sezioni su 292, la Casa delle Libertà è al 51,7% contro il 48,3% dell'Unione. A Rieti il dato definitivo del Senato designa vincitrice la Casa delle Libertà con il 50,76%, contro il 48,83% dell'Unione. Alla Camera, in 140 sezioni su 209, l'esito è sul fil di lana: la Cdl conquista il 51,09% contro il 48,9% dell'Unione. Tornerà in Senato il reatino Angelo Maria Cicolani, di Forza Italia, quasi certamente il deputato di An Guglielmo Rositani, servono conteggi puù approfonditi per Pietro Carotti dell'Ulivo. È in controtendenza, rispetto alla sua storia, la Ciociaria. A Frosinone il dato di 335 sezioni su 496 per il Senato, vede la Cdl al 51,4% contro il 48,2% dell'Unione. Il dato è ancora molto provvisorio ma rispetto le politiche del 2001, la Casa delle Libertà ha perso il 3% circa, mentre l'Unione nel 2001 prese il 39,3 e quindi ha guadagnato circa 10 punti in percentuale. È chiaro che il centrodestra paga scontri e scontenti all'interno dei partiti, da Forza Italia ad Alleanza Nazionale, tanto da invertire una rotta mantenuta da ben quattordici anni. Il largo margine conquistato alle politiche del 2001, probabilmente non sarà confermato anche per alcune defezioni all'interno della coalizione di esponenti di calibro passati nella Margherita, come il capogruppo azzurro della Provincia o di un altro consigliere azzurro entrato nell'Udeur, o, ancora, un deputato di Alleanza Nazionale passato nella Lega delle Autonomie. E mentre alcune amministrazioni di centrodestra boccheggiano, l'unico partito del centrodestra che «cresce» è l'Udc. Protesta più rilevante, quella di Alessandra Mussolini, capolista di Alternativa Sociale che ha contestato in un seggio di Cisterna di Latina alcune schede che non recavano la M del suo cosgnome ma soltanto «Ussolini». Ecco gli eletti nel Lazio al Senato. Forza Italia: (7 seggi) Giuseppe Pisanu, Cosimo Ventucci, Paolo Guzzanti, Angelo Maria Cicolani, Paolo Barelli, Claudio Fazzone e Giulio Marini. Alleanza nazionale (6 seggi): Francesco Storace, Cesare Cursi, Oreste Tofani, Laura Allegrini, Andrea Augello, Domenico Gramazio. Udc (2 seggi): Mario Baccini, Michele Forte. Unione (12 seggi): Democratici di sinistra (6 seggi): Goffredo Bettini, Ignazio Marino, Esterino Montino, Silvana Pisa, Mario Gasbarri, Giorgio Mele. Margherita (3 segni): Franco Marini,

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