Berlusconi: «Romano farà la fine di Kerry»
Difficile pensare che riesca a rilassarsi nella villa La Certosa in Sardegna dove si è ritirato per trascorrere il sabato dopo la maratona elettorale e la conclusiva kermesse di Napoli. Cellulare spento anche per i fedelissimi ma tensione ad alti livelli. Lunedì il premier sarà di nuovo a Roma dove con il coordinatore nazionale e il vice, Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, seguirà lo spoglio e poi commenterà i risultati. Il tam tam dei sondaggi continua ininterrotto. Si va da quelli che danno solo un punto di scarto tra i due schieramenti a quelli che indicano un divario più marcato. «Basta conq uesto gioco al massacro, questo stillicidio dei numeri, io non ci credo, le variabili sono talmente tante e poi siamo arrivati al traguardo non resta che attendere» afferma Cicchitto che per rilassarsi e allentare la tensione oggi andrà allo stadio per la partita Roma-Lecce. Sabato con parenti e amici invece per Bondi che dopo Napoli è tornato a Arcore dove voterà oggi per poi scendere a Roma e seguire a via dell'Umiltà il rush dello spoglio. Per altri azzurri invece la meta sono state le località vicino a Napoli. Alcuni, tra i quali Rocco Crimi e Martusciello, approfittando della manifestazione di chiusura della campagna elettorale della Cdl hanno fatto una puntata a Positano, altri a Capri prima di tornare nelle rispettive città di residenza per il voto. Per Berlusconi saranno due giorni di fuoco ma anche all'interno di Forza Italia c'è chi disegna scenari sui possibili riassetti e contraccolpi che verranno dall'esito di domani sia in caso di vittoria che di sconfitta. Il premier a Napoli in una pizzeria parlando con i suoi diceva che di sicuro avrebbe fatto come Bush che alla fine pur essendo indietro nei sondaggi rispetto a Kerry, è riuscito a rimontare. «In America uno come Prodi l'avrebbero già mandato a casa per quello che ha intenzione di fare con le donazioni» ha detto tra un pezzo di pizza e una birra. Ma il premier nonostante il suo ego smisurato, ha fatto una sorta di mea culpa prima di partire da Napoli per la Sardegna. Ha confidato ai suoi fedelissimi che in questi anni è stato fatto un grande sbaglio con i giornalisti e che per la prossima legislatura occorre far crescere la stampa non di sinistra. Per i prossimi cinque anni non c'è solo da recuperare il rapporto con i gtiornali che il premier vede schierati contro di lui, c'è anche da riorganizzare la coalizione e ilpartito. All'interno di Forza Italia c'è chi, indipendentemente dall'esito del voto, sta ridisegnando gli equilibri. In prospettiva c'è la costruzione del partito unitario dei moderati. Ma sono in tanti che già si sono candidati a fare i king maker. Anche perchè si apriranno i giochi per la successione a Berlusconi. Il premier ha detto più volte che non ha intenzione di ritirarsi dalla politica in caso di sconfitta ma è anche vero che l'età non gioca a suo favore. Che la Cdl vinca o meno la costituzione del partito dei moderati diventa una priorità. Il progetto interessa a Casini come Tremonti e anche Bondi vorrebbe avere un ruolo nella prossima architettura politica. Insomma la partita comincia da martedì.