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Al voto vescovi e cardinali italiani

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Fatta eccezione, infatti, per quanti hanno solo cittadinanza vaticana, sono diversi i cardinali italiani che tra oggi e domani si recheranno alle urne per esprimere la loro scelta elettorale. Facendo un mini sondaggio si scopre che dei circa cinquanta cardinali residenti (più della metà sono stranieri), almeno una ventina sono quelli italiani residenti a Roma che, con tutta probabilità, non rinunceranno a recarsi al seggio per tracciare la crocetta sulla scheda elettorale e assegnare il voto al partito del cuore. Va detto che le porpore, subito dopo la nomina, acquisiscono automaticamente la cittadinanza vaticana e per tutto il corso del loro «munere» non sono più considerati cittadini italiani, sicché per loro non ci sarebbe l'obbligo di recarsi alle urne. Ma tra oggi e domani, riferiscono fonti della Curia Vaticana, si recheranno al seggio di appartenenza sicuramente i cardinali emeriti. Tra gli elettori, riferiscono le medesime fonti, ci saranno anche porpore in carica. Per quello che riguarda i cardinali residenziali, il voto lo potranno esprimere nella città dove risiedono. Alle urne ovviamente i vescovi. Tra loro c'è un 10% che non ha spostato la residenza, mantenendola nel luogo di origine e che si è messo in viaggio per arrivare in tempo per le votazioni. Non vota, invece, la famiglia pontificia che ha di diritto la cittadinanza vaticana, le Guardie Svizzere, i circa trecento residenti nella Città del Vaticano che hanno cittadinanza vaticana e, naturalmente, il Papa che, pur essendo Vescovo di Roma, risiede all'«estero» ed è il capo dello Stato vaticano. Voteranno regolarmente, invece, i sacerdoti, che conservano la loro nazionalità pur avendo preso i voti.

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