Lionello Cosentino
Non se ne può più delle promesse degli imbonitori, delle furbizie di chi vuole fregare il vicino, dei prepotenti che pensano che comanderanno sempre loro. L'Italia ha bisogno di una politica migliore. 2) Un po' più di soldi a Roma perché se li merita: per le metropolitane, per la pulizia della città, per la rinascita delle periferie, per gli asili nido. Berlusconi e Bossi non sono stati generosi con Roma e sbagliano 3) Libera Chiesa in libero Stato. Lo aveva già detto qualcuno, ma nessuno se lo ricorda più. 4) Poche tasse, pagate da tutti, le più basse possibile. E in cambio servizi pubblici efficienti. Ma niente tasse non si può: chi pagherebbe lo stipendio ai carabinieri in servizio di ordine pubblico o a un medico di pronto soccorso? Nel Paese di Pinocchio si possono abolire le tasse, ma poi crescono l'orecchie lunghe e si comincia a ragliare. 5) Non funziona né la riforma né la Moratti. Chiedere a un ragazzo a 13 anni se farà il medico o il tornitore è come prenderlo in giro. Manca poi nella scuola una cosa importante: la valutazione dei risultati, come si fa negli Usa. In un incontro elettorale mi hanno chiesto scherzando: «Di una cosa di sinistra»! Ho risposto: «Premiamo i bravi, chi studia, chi merita, non i raccomandati». E questo vale sempre, anche nei concorsi a primario o a professore universitario. 6) Perché diamo incentivi alle imprese che assumono i giovani con i contratti a termine, part-time, precari? Non è più logico consentire i contratti a termine ma incentivare le imprese solo quando invece assumono con contratto a tempo indeterminato? Non ho dubbi, la legge Biagi va modificata. 7) Roma cresce mentre l'Italia è ferma. Il merito è anche del turismo che a Roma vive per cultura, le mostre, i musei, «le notti bianche». Tagliare i fondi alla cultura da parte del Governo Berlusconi è dunque puro autolesionismo. Per dirla come il premier, è roba da «coglioni». 8) In genere sì. Servono ai Paesi dove portiamo aiuto e sicurezza e servono anche al nostro esercito che acquista professionalità e affronta prove che ne misurano il valore, assai spesso eccellente. In Iraq invece gli Usa ci sono andati per conto loro, contro il parere dell'Europa e dell'Onu. Potevamo non seguirli. In ogni caso, attenti al futuro: la guerra contro l'Islam è una scelta da respingere con forza. Occorre il dialogo. Se no, rendiamo ancora più forti i fanatici di tutte le risme. 9. Credo molto nel partito democratico: i vecchi partiti non ce la fanno più. Serve una grande forza di centrosinistra, non solo la somma di Ds e Margherita ma una forza aperta a tanta gente che ha voglia di impegnarsi, di fare un lavoro per gli altri, disposta a mettersi in gioco per un futuro migliore per tutti. Serve che dicano la loro quei quattro milioni di italiani che hanno votato alle primarie, magari in fila per un'ora, ma con un sorriso, tra amici. 10. Prodi è un buon parroco di campagna: dà sicurezza. Berlusconi è nervoso, aggressivo, perde le staffe. Ha bisogno di riposarsi un poco. Speriamo possa farlo dopo le elezioni.