di DANIELE DI MARIO SILVIO Berlusconi segue l'esempio dell'alleato Gianni De Michelis e si concede un ...
Se la par condicio impedisce al Cavaliere di apparire sulle sue reti televisive, lui reagisce andando tra le gente. E il leader del Nuovo Psi concorda: De Michelis ha fatto dei bagni di folla il cavallo di battaglia della campagna elettorale. Negli ultimi giorni è stato a Rimini, Torino, Genova, Brescia, Potenza, Monza e Cagliari. Oggi sarà a Brindisi e Taranto. Più della tv, la politica si fa a contatto con i cittadini. Onorevole De Michelis, che idea s'è fatto del bagno di folla di Berlusconi e dell'ennesimo caso scoppiato a causa della par condicio? «Berlusconi fa bene ad andare tra la gente. Devo constatare che Prodi cerca di limitare Berlusconi nella fase finale della campagna elettorale in cui deve essere consentita a tutti la possibilità di rivolgersi agli elettori indecisi. Non c'è violazione della par condicio se il Professore rifiuta una possibilità che invece Berlusconi ha accettato. Se non vuole andare mandi qualcun altro. Le regole restrittive della legge non comportano che uno dei due contendenti possa mettere il veto sulle iniziative dell'altro». Crede che Prodi, con i suoi rifiuti di andare in tv, voglia impedire al Cavaliere di apparire? «I fatti testimoniano il nervosismo di Prodi che, dopo l'esito infelice del faccia a faccia di lunedì scorso, teme evidentemente di confrontarsi ancora una volta con Berlusconi prima del voto». Ma in Italia c'è, secondo lei, un problema di conflitto d'interessi? «Che conflitto può esserci se Berlusconi, in vigenza della par condicio, non riesce ad apparire nelle proprie televisioni?» Per quanto riguarda gli attacchi del presidente del Consiglio alla magistratura? Lei dovrebbe saperne qualcosa in materia. «Da tempo invochiamo la separazione delle carriere. Tra un magistrato requirente e uno giudicante esiste una bella differenza. Siamo per una giustizia più giusta. Troppe volte il potere giudiziario ha ingerenze nella politica. E questo avviene sin dalla Prima Repubblica». La Cdl ha varato tante riforme, poteva fare anche quella della magistratura. Non crede? «È vero. Oltre alla legge Pecorella, che con l'inappellabilità rende la giustizia più snella ed efficiente e dà valore al principio costituzionale del ragionevole dubbio di colpevolezza, in questi cinque anni la Cdl avrebbe dovuto approvare anche la riforma della magistratura, separando le carriere». Prodi ha invitato il Cavaliere a non tirare per la giacca i cattolici. Da laico che ne pensa? «Che i cattolici devono votare secondo le proprie idee politiche. Tuttavia, il cattolico che sceglie Prodi è il classico cattocomunista che fa venire a galla tutte le contraddizioni del centrosinistra: come può un cattolico stare con le frange estreme della sinistra? Il cattolico che vota Cdl invece è liberale e moderato». Per questo si è alleato con la Dc? «Il Psi per decenni ha governato, e bene, con la Democrazia Cristiana. La diversità è un pregio: con la Dc approvammo le leggi su divorzio e aborto».