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Urne aperte anche per i militari in missione

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Sono i nostri militari impegnati nelle missioni all'estero. In queste ultime ore mentre la campagna elettorale in Italia si infiamma, 6479 militari dell'Esercito e altri 2000 tra Marina, Aeronautica e carabinieri hanno già espresso il loro voto. Voto per corrispondenza dei contingenti in Bosnia, Iraq, Afghanistan e Kosovo ma anche per il personale impiegato come osservatore delle Nazioni Unite in Libano, Israele, india, Pakistan e Sahara Occidentale. Questa è la prima volta che gli uomini e le donne dell'Esercito Italiano in missione all'estero eserciteranno il diritto di voto. Nei giorni scorsi dal Ministero Interni e da quello degli Affari Esteri sono giunte le schede elettorali ai comandi di contingente, che sono poi state consegnate ai singoli militari. Per garantire la correttezza delle operazioni e la diffusione delle schede i militari hanno dovuto firmare di aver ricevuto la scheda. «Un vero e proprio kit dell'elettore - spiega il maggiore Marco Mele, portavoce del contigente Antica Babilonia di stanza a Nassiriya - oltre alle due schede, una per la Camera e l'altra per il Senato, ogni militare ha ricevuto il certificato elettorale, la lista dei candidati e un compendio con le istruzioni e i riferimenti normativi per esercitare il diritto di voto». Il kit è stato distribuito il 26 marzo scorso e da quel momento era possibile votare. I militari in Iraq voteranno fino alle 16 di domani, giovedì, ora in cui verrà chiuso il seggio allestito presso la cellula «J1» al Comando contigente. «A questo punto i contenitori sigillati - continua il maggiore Mele - verranno affidati all'ufficiale pilota del velivolo che li trasporterà a Roma dove verranno presi in consegna da personale del Ministero degli Esteri. Qui alla base di Tallil saranno trasferite anche le urne dell'ambascita di Baghdad e di Bassora». Ma in ogni base dell'Esercito all'estero è stato allestito un contenitore dove i soldati potranno inserire la busta «anonima» contenente la scheda su cui hanno votato. In alcuni luoghi, ad esempio Kabul, è stato istituito una sorta di seggio elettorale (dove viene ritirata la scheda) con cabine dove votare; a Nassiriya, invece, «ognuno può compilare le schede dove vuole nel proprio alloggio, in ufficio» ha spiegato il portavoce della Joint Task force Iraq, e poi depositare la busta chiusa nell'urna. L'equipaggio di nave San Giorgio, in attività addestrativa nel Mare del Nord, ha approfittato di una sosta in Olanda, lo scorso week end, per consegnare le buste al personale del consolato. Quello di nave Euro, che partecipa a Enduring Freedom, la lotta al terrorismo internazionale nel Golfo Arabico, ha invece approfittato di una sosta a Muscat. Le schede, una volta effettuata la votazione, dovranno essere inoltrate ai consolati di competenza entro giovedì 6 aprile alle ore 16.00, mentre in Iraq, che è attualmente sprovvisto di un consolato operativo per le operazioni di voto, verranno appunto spedite in italia con un volo militare il 7 aprile. Tutti i contenitori con le buste riempite con le schede votate dai militari sarranno portate al centro di raccolta di Castelnuovo di Porto alle porte di Roma per le attività di spoglio. A ulteriore garanzia della privacy e della libertà di votare o meno non verrà effettuata alcuna registrazione nominativa delle schede consegnate ma verrà fatta una verbalizzazione del numero di buste inserite in ciascun contenitore. Oltre ai 6479 militari in missione all'estero l'Esercito impiega in Italia 2500 uomini e donne in attività antiterrorismo in aeroporti e punti sensibili. Anche questi militari potranno esercitare il voto, anche se in questo caso sarà sufficiente che il comando rilasci al militare una dichiarazione che si trova lontano dalla propria residenza per motivi di servizio; il militare potrà quindi votare presso il seggio più vicino alla località ove svolge il proprio servizio.

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