Prodi sceglie la strategia del «disinnesco»
Per i responsabili della campagna ulivista la promessa sull'Ici non farà decidere gli indecisi
Niente di nuovo sul fronte elettorale, insomma. L'«ennesima promessa» di Berlusconi lanciata con sapienza da grande comunicatore negli ultimi istanti del «faccia a faccia» televisivo viene considerata dai responsabili della propaganda prodiana ininfluente. Una tecnica «da televendita» che non ingannerà gli italiani, nemmeno quelli che hanno votato per la Casa delle Libertà. La parola d'ordine è minimizzare, puntare su temi concreti, non lasciarsi distogliere dall'imbonitore di Palazzo Chigi. E andare avanti «tranquilli», perché tanto si vincerà. «Non abbiamo motivi di cambiare strategia, siamo soddisfatti di come vanno le cose e cerchiamo di continuare a fare una campagna elettorale più serena possibile - osserva Giulio Santagata, coordinatore dell'Ulivo insieme con Fabrizio Morri e Renzo Lusetti - A Berlusconi stanno rispondendo correttamente i sindaci italiani: non si può speculare sulle tasche degli altri. La credibilità di una proposta in zona Cesarini e non concordata prima con gli alleati è molto bassa. Sembra l'ennesima presa in giro. Abbiamo lavorato anni per ottenere l'autonomia degli enti locali e ora di colpo riduciamo del 20-30% le entrate senza consultare i sindaci? - si chiede Santagata, che aggiunge - Ognuno si gioca le carte che ha. A noi quelle della correttezza e della serietà. A lui l'ennesima promessa che non potrà mantenere. Se poi si aggiunge che dà dei coglioni a metà degli italiani, questo dimostra che cosa pensa dei suoi connazionali il presidente del Consiglio». Ma non crede che boutade come questa possano smuovere gli indecisi della CdL? «Penso che la maggior parte di quelli che hanno votato CdL lo abbiano fatto in buona fede - replica Santagata - E l'impressione è che dopo aver fatto il bilancio di questi ultimi cinque anni molti abbiano capito il loro sbaglio. Comunque non perché hanno votato a destra io li considero dei coglioni o dei nemici...». Però anche Prodi ha ammesso un «errore di comunicazione». «Forse il vero errore è stato di non valutare appieno la disparità di mezzi e la spregiudicatezza con cui vengono usati - prosegue uno dei tre responsabili della campagna ulivista - Noi abbiamo cercato di parlare del programma, non abbiamo demonizzato l'avversario. Gli italiani sanno che questo è un momento difficile e devono capire chi può far ripartire il Paese». Tuttavia l'«uscita» del Cavaliere sull'Ici ha colpito l'immaginazione degli elettori. O, almeno, così pare. «Se Berlusconi avesse detto "aumento di 800 euro le pensioni e lo faccio così e così", avrei potuto discutere la qualità della copertura. Ma se invece dice "questo lo spiego dopo", che senso ha? Senza l'Ici eravamo rimasti a 35 miliardi di euro per la riforma economica, adesso siamo a circa 38 - spiega Santagata - È assurdo. A noi ci hanno messo sulla graticola per due miliardi e mezzo di copertura del cuneo fiscale! Se il gioco è a chi la spara più grossa non facciamo un buon servizio agli italiani». Sulla stessa linea Fabrizio Morri: «Secondo me l'elettorato della CdL ha pensato ad un'altra bufala buttata lì per fare effetto - sottolinea - In cinque anni sono troppe le promesse non mantenute e gli italiani non hanno preso sul serio nemmeno quest'ultima, anche se il sistema mediatico ha la tendenza a farsi dettare l'agenda dal capo del Governo e l'idea che ci si fa della politica attraverso i titoli dei tg e dei quotidiani non credo corrisponda al "sentire" dell'opinione pubblica». Nessuna autocritica? «Prodi ha sottovalutato il fatto che molti media si sarebbero prestati a quest'operazione». Ancora sicuri di vincere? «Le famiglie si stanno impoverendo, il lavoro precario è aumentato, l'economia è a crescita zero. Che voti può spostare l'ennesima promessa di Berlusconi? Non c'è alcuna rimonta in corso. Né ci sarà. Siamo tranquilli», conclude l'esponente dei Ds. A chiudere il cerchio, con una battuta, è Renzo Lusetti, della Margherita: «Siamo ormai alla politica del