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Brunetta: i conti tornano

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Lo spiega Renato Brunetta, consigliere economico del presidente del Consiglio. «Se i governi locali privatizzassero in tutto o in parte o mettessero a rendimento di mercato i 500 miliardi in valore dei loro asset, essi -spiega l'esponente azzurro- potrebbero non solo eliminare tutti i loro debiti, ma anche avviare enormi investimenti. In particolare, se i Comuni mettessero sul mercato, facendole acquistare agli inquilini al valore del canone (come prevede il piano Casa, già legge dello Stato, legge Finanziaria 2006), tutte le loro case, nonchè gli altri immobili non strategici, questi ultimi al prezzo di mercato, il ricavato, almeno 30-40 miliardi di euro servirebbe ad abbattere in tutto o in parte il loro debito, e per questa via ad eliminare gli interessi passivi relativi (tra i 2 e i 3 miliardi di euro). Esattamente -conclude Brunetta- l'equivalente del mancato gettito dell'Ici prima casa (2,3 miliardi di euro)». Plaudono i sindaci del centrodestra. «L'Ici è una tassa iniqua e ingiusta perchè colpisce chi compra una casa con i risparmi di una vita. Credo che sia possibile, anche grazie alle politiche che il centrodestra propone, recuperare quanto verrà a mancare dall'Ici. Peraltro, qualora i comuni non riuscissero a coprire l'ammanco con altri fondi interverrà lo Stato». Questo il commento di Letizia Moratti, candidato sindaco di Milano per il centrodestra. Letizia Moratti assicura comunque che «non ci saranno tagli sui servizi» in caso di abolizione dell'Ici. Per il sindaco di Catania Umberto Scapagnini, «il provvedimento fiscale sull'Ici che riguarda la prima casa, abolisce questa iniqua tassa comunale per tutte le prime case, incidendo per il 25% in meno sulle entrate proprie dell'Ici dei Comuni. In Italia il gettito complessivo corrispondente alla prima casa per il 2005, è stato di circa 2 miliardi di euro. In sostanza una somma analoga ad un punto dei cinque previsti da Prodi per la riduzione del cuneo fiscale. Il governo Berlusconi quindi garantisce, con le prossime finanziarie, l'aumento di trasferimenti di fondi ai Comuni per l'importo totale necessario a coprire questo 25%». E il sindaco di Milano Gabriele Albertini incalza entusiasta: «Un'idea magnifica, un atto di giustizia fiscale. L'Ici sulla prima casa è una tassa iniqua perchè colpisce un bene primario dei cittadini, un bene a cui gran parte, l'87%, degli italiani proprietari di case, è arrivato dopo anni di sacrifici, a volte di intere generazioni». Poi spiega che «l'Ici sulla prima casa può essere sostituita da una più efficiente gestione imprenditoriale delle pubbliche amministrazioni e dal ricavato degli accertamenti fiscali».

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