Della Valle ora fa comizi con Mastella
Scarpe di marca, un paio di Tod's. Diego Della Valle, amico ventennale di Mastella chiuderà la campagna elettorale del Campanile a Napoli. Per il momento Diego si gode il successo della sua azienda. Nel 2005 il gruppo Tod's ha registrato un utile netto di 53,4 milioni di euro, con un incremento del 39%. E i ricavi sfiorano il 20%. Bene anche nel calcio. Vede la Champion's League. Niente male per una squadra che l'anno scorso stava per retrocedere in B. Intanto Della Valle prende lezioni di politica, al fianco di Mastella. In più di un'occasione ha rifiutato candidature ma come si fa a negare che ormai non sia un soggetto politico? E Della Valle ha dimostrato di saper sfruttare bene le occasioni che gli vengono offerte. L'abilissimo Clemente da Ceppaloni lo ha capito e lo ha reclutato per la sua campagna elettorale. Lui, Diego da Casette d'Ete, il paesino in provincia d'Ascoli dov'è nato, non si è tirato indietro. In realtà Mr Tod's il piede in politica lo ha messo da tempo. Nel '94 sostenne la discesa in campo di Berlusconi e fu tra i finanziatori della campagna elettorale di Silvio. Amico di Berlusconi fino alla scorsa estate, quando fu uno degli ospiti alla Festa del Campanile a Telese. Presenza poi bissata al Congresso straordinario dell'Udeur di gennaio. Mastella-Della Valle, un sodalizio. Viaggi in barca d'estate, scampagnate d'inverno. «Non solo nei momenti belli della vita, ma anche in quelli brutti» dice compiaciuto Mastella. Un legame che però a qualcuno del centrosinistra ha fatto storcere il naso. Come all'ex segretario della Margherita, Franco Marini. Ad agosto in un'intervista a Repubblica malignò sulle gite in barca dei due, sul rapporto tra politica e finanza. Erano i giorni roventi della polemica etica-politica sollevata da Arturo Parisi. Da lì a poco si sarebbe abbattuto lo scandalo del risiko bancario. L'intervista non piace a Clemente. «Un'amicizia di cui sono orgoglioso» tuona il Clemente nazionale e avverte: «Nessuna lezione di morale». Incidente chiuso, certo. Ma la spia di una crescente insofferenza verso un industriale ormai troppo alla ribalta della cronaca politica. E questa ribalta Della Valle non ha fatto mistero di apprezzarla. Interviste sui maggiori quotidiani. Dichiarazioni. Apparizioni televisive. E scelte di campo. Come quando durante le primarie del centrosinistra dichiarò apertamente che avrebbe sostenuto Mastella «pur essendo amico di Prodi». Fassino, invece, viene bollato di «Ragionamento fazioso, che per legittimare occasionali compagni di viaggio, delegittima gli imprenditori». Quale la colpa del segretario diessino? Di aver «corteggiato» Ricucci e compagni. Uomo senza peli sulla lingua Della Valle. Soprattutto con Berlusconi. Porta a Porta, il convegno di Confindustria a Vicenza, Ballarò: non si contano le occasioni per accusare il premier. È l'ennesimo imprenditore in politica? Può darsi. Ma almeno per il momento rimane uomo-impresa, che si scagliò contro l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. All'inizio soltanto la denuncia di «piccoli giochi di bottega che non tutelano il mercato» e che «fanno male alla nostra immagine del mondo». Poi accuse più precise, ma ancora senza destinatario. Contro un «regolatore» responsabile di creare «confusione» e reo di essere «troppo tollerante». E alla fine l'uscita allo scoperto: «Fazio danneggia l'immagine dell'Italia». «Non protegge i grandi e piccoli azionisti». A quel grande balletto di scalate e tentativi di acquisizione bancarie iniziato la scorsa primavera, Della Valle era uno dei primi ballerini con la sua partecipazione in Bnl. Giorni di tensione. Di colpi di scena. Tra chi vuole impedire la scalata del Banco di Bilbao alla Bnl e che invece vuole un mercato aperto e concorrenziale. Da un lato Fazio, dall'altro Della Valle con il terzo incomodo Giovanni Consorte e Unipol. Intanto Diego va avanti. L'ex numero uno di via Nazionale è andato via. Ora aspetta di chiudere i conti con Berlusconi.