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L'urlo dei genitori: «Non può essere vero»

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La mamma lo aspettava oggi: era l'anniversario del battesimo di Tommaso e della morte di Wojtyla

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La notizia della morte del picolo Tommaso è arrivata nel giorno della speranza. Ieri, infatti, a un mese esatto dal rapimento del piccolo Tommy i genitori sembravano fiduciosi. Una delusione arrivata in un momento di speranza per la famiglia del Parmense. Il padre di Tommy più volte, in tv e ai cronisti che ogni giorno lo hanno assediato per quasi un mese, aveva espresso la convinzione che una svolta nelle indagini sarebbe potuta arrivare «domani» (oggi, per chi legge, n.d.r.). Onofri aveva ricordato che il 2 aprile era una data importante per loro: oggi il bimbo avrebbe dovuto festeggiare un anno dal battesimo. Soprattutto, ricorre l'anniversario della morte di Giovanni Paolo II, e quella famiglia così religiosa sembrava convinta che dal cielo Karol Wojtyla, il Papa che per la gente è già santo, avrebbe aiutato il loro piccolo. Paolo Onofri e Paola Pellinghelli, i genitori di Tommaso, hanno saputo dalla tv della morte del figlioletto che i banditi gli avevano portato via da casa quasi un mese fa, il 2 marzo scorso. Per il momento non parlano con i media. L'unica reazione, quella affidata al legale della coppia, l'avvocato Claudia Pezzoni: «Ci avevano sempre detto che Tommy era vivo», poi getta via con rabbia il cellulare. Poche ore prima, dopo il blitz della polizia, l'avvocato aveva dichiarato: «Speriamo che questo sia un momento decisivo, speriamo in una svolta. Dopo un mese ogni giorno - ha concluso - che passa è più duro e più pesante. Dopo un mese possiamo dire che le indagini stanno prendendo una piega. Ci aspettiamo che i risultati del Ris depositati siano veramente produttivi». Oggi doveva essere una data fondamentale: la mamma Paola Pellinghelli si diceva convinta che avrebbe rivisto presto il suo bambino. Certo non pensava di non poterlo più rivedere vivo. Un mese di angoscia con il lettino vuoto e i giochi sparsi nella cascina di Casalbaroncolo a rafforzare il dolore. Il padre del bambino, direttore del locale ufficio postale, da vittima diventa indagato. I magistrati rendono noto di aver contestato a Paolo Onofri il reato di pedo-pornografia per il ritrovamento, in diversi Pc dell'uomo, files scaricati da Internet con immagini di minorenni coinvolti in atti sessuali. Il papà di Tommaso si difende: «Li stavo raccogliendo per una denuncia». Un'ombra tremenda che, però, non impedisce ai genitori di continuare a fare appelli a mostrarsi alle telecamere. Paola Pellinghelli legge ai cronisti un foglietto con poche parole in difesa del marito sostenendo che qualcuno ha approfittato del silenzio stampa per far uscire notizie false tese a screditare la figura del marito, distogliendo così l'attenzione dal sequestro. «Rivogliamo Tommaso a casa subito - ha concluso la donna - senza aspettare oltre, è il nostro unico desiderio». «Tommaso è malato», continuano a ripetere i coniugi Onofri: ha, infatti, una forma di epilessia che va tenuta sotto controllo con un farmaco raro. I giorni passano e l'attesa è più drammatica. Le indagini seguono la pista del sequestro a scopo di estorsione. Finisce nel mirino la ditta di muratori che ha fatto i lavori nella cascina. Ma negli ultimi giorni anche i sentimenti dei due genitori si erano fatti contraddittori. Giovedì la mamma Paola aveva detto durante la trasmissione la Vita in diretta: «Tommaso ti aspetto a braccia aperte». Il giorno dopo il padre Paolo Onofri ha dichiarato con gli occhi gonfi di lacrime: «Comincio ad essere seriamente preoccupato». «Ancora non ci credo. Ho saputo la notizia dalla televisione. Mio fratello non è capace di fare una cosa del genere». Lo ha detto ieri Luigi Alessi, fratello di Mario. Luigi vive a San Biagio Platani, nell'agrigentino, paese in cui fino a 13 anni fa abitava anche Mario. Nel centro vivono anche un altro fratello, la madre, l'ex moglie e i due figli di Alessi. «Avevo sentito Mario qualche giorno fa, dopo che si erano diffuse le notizie su un suo coinvolgimento nell'inchiesta, e mi aveva giurato che con la storia del sequestro non c

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