Chiedere spiegazioni a Prodi? Roba da matti
È sotto gli occhi (e nelle orecchie) di tutti: stiamo assistendo alla campagna elettorale più volgare, violenta e senza esclusione di colpi della storia italiana. E, come ha detto Diliberto l'altra sera a «Matrix», questa campagna in realtà dura da un lustro poiché «è cominciata subito dopo la vittoria della CdL del 2001». Sarà per questo che il logorio della propaganda comincia a dare i suoi frutti. E sono frutti brutti, che sfiorano e, spesso, oltrepassano la cafonaggine. L'ultimo esempio rigorosamente da non seguire l'ha fornito ieri il leader dell'Unione, che ha dato del pazzo ad un ascoltatore invece di rispondere alla sua domanda. È accaduto ieri mattina. «Teatro» dell'ennesima gaffe prodiana gli studi di «Radioanch'io». Un cittadino ha chiesto a Romano Prodi «un impegno formale sull'inizio dei lavori della Tav nei primi cento giorni», perchè, ha aggiunto, «sarebbe d'aiuto per la scelta di voto di quelli che sono indecisi, perchè reputano che dopo la prima Finanziaria non ci potrebbe essere più un governo Prodi». Immediata e «stringente» la risposta del Professore: «Questo è matto - è sbottato - apprezzo molto l'incitamento e la franchezza, ma che gli fa dire che dopo la Finanziaria non c'è un governo Prodi? Abbiamo firmato un patto di legislatura serio di 281 pagine, io l'ho voluto, perchè dobbiamo andare di fronte al Paese con un programma preciso che tutta la coalizione firma». Dopo una pausa pubblicitaria, Prodi è tornato sull'episodio, chiedendo scusa. «Volevo scusarmi con l'espressione che ho usato prima, forse un po' troppo colorita, era la concitazione, perchè questo discorso continuamente "tanto dopo la Finanziaria va in crisi"? Abbiamo dimostrato che nonostante il cambiamento della legge elettorale abbiamo ricostruito la coalizione». Un pentimento «tardivo» che non l'ha salvato dalla figuraccia. E dalle polemiche. Tra le reazioni - tutte simili - ne citiamo una, quella di Sandro Bondi: «Evidentemente Prodi ha acquisito anche l'abitudine della sinistra a considerare matti tutti coloro che non la pensano come lui. È un brutto segno da parte di un signore che dice di volere unire il Paese», ha sottolineato il coordinatore nazionale di Forza Italia. Più tardi, il Professore ha fatto il bis: Riferendosi alla questione fiscale e alle accuse della CdL e in particolare del ministro dell'Economia Tremonti, Prodi ha alzato i toni: «Questa è delinquenza politica, che continua ormai da qualche giorno», ha detto, aggiungendo: «Nessuno ha mai parlato di aliquote. Nessuno ha mai parlato del 25%». «Delinquenza politica? Ma si rende conto il candidato della sinistra di quale gravissima espressione ha usato nei confronti della coalizione che rappresenta la maggioranza del Paese e che governa l'Italia? - ha replicato Silvio Berlusconi - Prodi deve immediatamente chiarire non al Presidente del Consiglio, non al Ministro dell'Economia e Vicepresidente, non alla Casa delle Libertà, ma a tutti i cittadini. Termini del genere non si sono mai usati e non si usano contro gli avversari politici». E il ministro degli Esteri ha osservato che «a Prodi sono saltati i nervi. Altro che serenità al governo! - ha detto Fini - Il candidato dell'Unione è in piena crisi isterica». Infine, con due dichiarazioni separate da una manciata di ore e riportate dalle agenzie di stampa, il leader dell'Unione è riuscito a contraddire se stesso. Riferendosi alla prossima sfida tv del 3 aprile, prima ha annunciato che «da Berlusconi ci si può aspettare di tutto» precisando tuttavia che lui darà «un serio messaggio di coesione al Paese». E ha spiegato che si sta «preparando in allegria» al confronto con il premier. Salvo smentirsi poco dopo: ai giornalisti che gli chiedevano se si stava preparando per il faccia a faccia con Berlusconi, infatti, ha risposto: «Non ci sto pensando affatto, non ce n'è mica bisogno. Penso di sentirmi pronto». Insomma, come si dice, poche idee ma confuse.