Storace indagato. L'ex ministro: «Una manovra dei servizi»
È questo il quadro investigativo-giudiziario in cui si inserisce l'iscrizione dell'ex ministro della Sanità, Francesco Storace, nel registro degli indagati della procura capitolina per le ipotesi di reato di concorso in violazione di sistema informatico e concorso in violazione della legge elettorale. Gli stessi reati sarebbero ipotizzati dal pm Italo Ormanni nei confronti di Niccolò Accame, ex portavoce di Storace, ai tempi della presidenza della Regione Lazio. Anche se lo stesso Accame ha reso noto ieri che il suo legale ha fatto accertamenti dai quali non risulterebbe invece nessuna iscrizione per questi reati. Dopo le audizioni dei testimoni le scorse settimane, e le prime conferme alle accuse giunte dall'interrogatorio di Gaspare Gallo, il detective arrestato insieme con l'altro 007, Pierpalolo Pasqua, la procura ha cercato i primi riscontri al presunto inquinamento politico compiuto, secondo le accuse, con la falsificazione delle firme a sostegno della lista Alternativa sociale di Alessandra Mussolini. I carabinieri, su delega dei pm, hanno riletto investigativamente la vecchia incursione informatica all'anagrafe del Comune di Roma a caccia di prove e riscontri. Sono state acquisite dai militari anche due caselle e-mail, una nella titolarità di Accame, un'altra, inattiva da tempo, in uso allo stesso Storace. Gli inquirenti, in particolare, avrebbero giudicato in contrasto con gli indizi raccolti le dichiarazioni rese durante l'interrogatorio da Pierpaolo Pasqua che ha negato di aver agito spontaneamente e senza input che gli venissero dall'alto, durante i pedinamenti e l'attività di «infiltrato» nel comitato elettorale della Mussolini, per accreditarsi politicamente presso l'entourage di Storace. In procura il quadro di indizi raccolto fino ad oggi dopo la nuova fase dell'indagine, sia sulla incursione informatica, sia sulla «infiltrazione» dei detective per la falsificazione delle firme, sembrerebbe abbastanza chiaro. Per il momento, tuttavia, i pm Ormanni, Toro e Ciardi, non intenderebbero sentire Storace anche se il suo legale, Giosuè Bruno Naso ha fatto sapere che l'ex ministro della Salute già da oggi è disposto a farsi ascoltare dai magistrati. «L'11 marzo mi sono dimesso da ministro della Repubblica per non ostacolare l'attività dei magistrati - ha detto Storace - Il 22 marzo ho appreso dalle agenzie di stampa di verbali che mi scagionano sin dal 10 marzo; e oggi, sempre le agenzie, non i magistrati, mi "informano" che sarei indagato. Ovviamente se ne occuperà il mio legale. Ma credo che tutto ciò sia intollerabile». «Sospetto una manovra dei servizi - ha detto Storace in serata intevenendo a Matrix - Certo delle cose strane sono successe, sapendo come stanno le cose. Mi chiedo chi ha architettato tutto questo. Sicuramente c'è un esponente politico che sta dietro tutta questa roba. Che però sia lui il manovratore non lo so. È una mia valutazione».