Meocci incompatibile? È corsa contro il tempo
A quanto si apprende, i quattro commissari di area Cdl (Magri, Savarese, Innocenzi e Mannoni) hanno chiesto al presidente Calabrò che la questione venga calendarizzata il prima possibile, anche con una seduta ad hoc del Consiglio. Scaduti i tempi per l'inserimento all'ordine del giorno nella seduta del 29 marzo, il dossier potrebbe arrivare sul tavolo dell'Agcom mercoledì 5 aprile o giovedì 6. Per pronunciarsi sull'istruttoria - svolta dai dipartimenti Vigilanza e controllo e Garanzie e contenzioso, poi «ereditata» dal nuovo servizio Comunicazione politica e risoluzione di conflitti di interesse, diretto ad interim da Laura Aria - il Consiglio avrebbe in realtà tempo fino al 4 giugno, cioè fino a 150 giorni dalla notifica del procedimento alla Rai e allo stesso Meocci agli inizi di gennaio. Ma l'accelerazione, che sarebbe vista con favore dallo stesso Calabrò, sarebbe dettata dall'esigenza di evitare strumentalizzazioni politiche sul verdetto, che risulterebbe così indipendente dal risultato delle elezioni. È molto probabile che i commissari si esprimeranno con scrutinio segreto, in base al regolamento interno dell'Autorità (che lo prevede in casi eccezionali motivati). La prossima settimana, dunque, si saprà se Meocci, membro della stessa Agcom tra il 1998 e il 2005, è incompatibile con il ruolo di dg in base alla legge 481 del 1995 (che stabilisce che «per almeno quattro anni dalla cessazione dell'incarico i componenti delle Autorità non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione o di impiego con le imprese operanti nei settori di competenza»); o se il nuovo incarico sia da considerare un reintegro nell'azienda di cui Meocci era già in precedenza dipendente, in aspettativa per entrare appunto a via delle Muratte. In un parere sollecitato dallo stesso organismo di garanzia, il Consiglio di Stato ha stabilito che doveva essere proprio l'Authority a sciogliere questo nodo: i dipartimenti competenti hanno perciò acquisito gli atti e i documenti che hanno portato alla nomina di Meocci, nonchè le osservazioni e le controdeduzioni della Rai e dello stesso dg. In caso di accertata incompatibilità, Meocci rischia di decadere dalla carica di direttore generale e di pagare una multa fra 25mila e 250mila euro, più lo stipendio percepito nel frattempo; la Rai è invece passibile di una sanzione pecuniaria da un minimo di 150 mila euro ad un massimo di 100 milioni. Il 16 marzo sono intanto scaduti i termini per l'oblazione che avrebbe consentito a Meocci e alla Rai un pagamento in misura ridotta. Intanto si è appreso che questa sera berlusconi sarà a Ballarò. Lo ha confermato Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del premier. Tra gli altri ospiti, Fausto Bertinotti, Emma Bonino e Gianfranco Rotondi. Per la trasmissione di Floris c'era anche una disponibilità di D'Alema, ma Berlusconi - ha spiegato Bonaiuti - si è detto pronto ad incontrarlo in un'altra occasione. La Bonino, in mattinata, aveva espresso il sospetto che Berlusconi non la volesse in studio. Ma Bonaiuti ha spiegato: «Una certa confusione è derivata dall'offerta di Massimo D'Alema. Noi abbiamo risposto che il presidente Berlusconi è disposto a incontrarlo, ma in un'altra occasione, avendo già detto sì a Bertinotti e a Bonino. Sono quindi senza fondamento le proteste di Bonino».