Già scaricati i «Ruini-boys» dell'Unione
Paola Binetti e Luigi Bobba questa volta hanno esagerato. Almeno così la pensa una buona parte della coalizione di centrosinistra. E la cosa è tutt'altro che irrilevante visto che i due, dopo una vita passata nell'associazionismo cattolico, hanno accettato di candidarsi nelle file della Margherita. Non una candidatura di facciata, ma una scelta chiara del presidente Rutelli che, non a caso, ha deciso di presentare Bobba (ex presidente della Acli) come numero tre al Senato in Toscana e Piemonte, e come capolista in Puglia. Mentre la Binetti (neuropsichiatra vicina all'Opus Dei) si giocherà la sua partita come numero due (sempre al Senato) in Lombardia e Umbria, e come undicesima nel Lazio. Insomma, il nuovo sistema elettorale, ci dà la certezza che Bobba e Binetti saranno due fieri senatori Dl nella prossima legislatura e se questa è la premessa, ne vedremo delle belle. I fatti sono noti, il «casus belli» anche. Una lettera. Una lettera inviata dall'ex presidentessa del comitato Scienza & Vita (quello che ha sostenuto le ragioni dell'astensionismo al referendum sulla legge 40 per la procreazione assistita) e dall'ex presidente delle Acli, agli elettori cattolici. Una lettera per spiegare ai cattolici che, la linea radical-socialista della Rosa nel Pugno non vincerà, che i Pacs non si faranno mai, che la scuola cattolica verrà tutelata, che la famiglia difesa, che la vita verrà tutelata dal suo concepimento fino alla morte naturale. Era quasi ovvio che Pannella e i suoi gridassero allo scandalo. Così come era ovvio che laici di ferro come Massimo D'Alema (Ds) storcessero un po' il naso («Non servono campagne clericali nè laiciste» ha detto ieri il presidente della Quercia). Un po' meno che Bobba e Binetti venissero colpiti dal «fuoco amico» dei cattolici della Margherita. La prima a scendere in campo è stata Rosy Bindi. «Mi viene il sospetto che la lettera sia un eccesso di legittima difesa» ha detto l'esponente della Margherita intervistata dalla Stampa. Poi è stata la volta di Pierluigi Mantini che ha richiamato i due «sono fuori linea, siano più rispettosi del gioco di squadra». Infine è intervenuto il vicepresidente dei deputati Dl Franco Monaco: «No a un'ostentata etichetta cristiana in sede politica». Insomma, l'iniziativa non è piaciuta anche se alla base del dissenso non c'è solo quel netto «no ai Pacs» che riapre una ferita mai guarita all'interno dell'Unione, il nodo, piuttosto, sembra essere politico. E riguarda soprattutto le prospettive future. Sono molti, infatti, a credere che le candidature di Bobba e Binetti non siano casuali, ma nascano sotto l'abile regia del cardinale Camillo Ruini. Non può essere un caso, infatti, che il comitato Scienza & Vita, riferimento dell'astensionismo cattolico al referendum sulla legge 40 dello scorso giugno, si sia equamente diviso tra Cdl e Unione. Bobba e Binetti nella Margherita, Luisa Santolini del Forum delle Famiglie, nell'Udc. Non è un segreto, infatti, che la Chiesa speri in un rafforzamento di quel «perimetro bianco» che racchiude cattolici di Forza Italia, An, Udc e Margherita. Una sorta di «Grosse koalition cattolica» che potrà vivere solo se a crescere sarà l'asse privilegiato che unisce i «Rutelli-boys» e i «Casini-boys». Ecco allora che, l'iniziativa di Bobba e Binetti, che tra l'altro richiamano la necessità di un dialogo costruttivo tra i cattolici dei due schieramenti, è stata letta dai più come un passo in questa direzione. Soprattuto dalla Quercia che in questo modo vedrebbe compromessa non solo l'ipotesi del partito Democratico, ma anche la possibilità di ricucire lo strappo con le gerarchie ecclesiali emerso in occasione del referendum sulla fecondazione assistita. E forse non è un caso che, nella loro lettera, i due candidati Dl, non citino mai una volta non solo l'Unione, ma neanche l'Ulivo, limitandosi a parlare solo ed esclusivamente della Margherita. Sarà anche per questo che ieri Mimmo Lucà, portavoce della corrente Ds Cristiano Sociali, nel corso di un convegno della sua corrente, ha preso le d