Il Cav accusa: «Contro di me squadrismo rosso»
Berlusconi entra nella sala stampa di palazzo Chigi poco dopo le 16 in ritardo sulla tabella di marcia. È reduce da una mattina intensa. Prima ha presieduto il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, ha incontrato il ministro degli Esteri israeliano, la signora Tzipi Livni, ha ricevuto per una colazione ufficiale il presidente sudafricano Thabo Mbeki. Ma sono altri i pensieri che preoccupano il presidente del Consiglio. Così, prima di iniziare la conferenza che dovrà illustrare le decisioni prese dal Cipe, il premier si concede una «divagazione«. Lo spunto, manco a dirlo, sono i titoli dei quotidiani che in maniera quasi unanime hanno archiviato come «contestazione al presidente Berlusconi» gli scontri tra manifestanti e polizia martedì a Genova. «Permettetemi di cominciare - esordisce Berlusconi - dicendo che non sono affatto d'accordo con i titoli dei principali quotidiani. A Genova non c'è stata una contestazione a Berlusconi, ma dei violenti che hanno usato la violenza, l'insulto e la resistenza alle forze dell'ordine per impedire che, attraverso una pacifica manifestazione, a oltre seimila persone si potesse esporre il programma elettorale di una forza politica». Ma lo sfogo del presidente del Consiglio non si ferma qui. «Se cominciamo a dire - continua - che questa è solo la contestazione di un leader, non sappiamo proprio dove si potrà andare a finire. La sinistra organizza, come mi dicono le forze dell'ordine schiere di squadristi che offendono il presidente del Consiglio, dandogli dell'assassino e del mafioso, e che usano la violenza per fermare manifestazioni elettorali». Berlusconi chiude qui la prima parte della sua arringa. Nessun riferimento a Luciano Violante che in mattinata, intervistato da Radio Rdicale, ha candidamente dichiarato che «c'era un giro di mafia vicino al premier» aggiungendo un malizioso «non so se c'è ancora». Per il presidente dei deputati della Quercia il Cavaliere ha pronto un «non so cosa abbia detto Violante». Il vero obiettivo, infatti, è tutta la sinistra e così, dopo aver dato la parola ai ministri Lunardi, Micciché e Scajola, presenti per illustrare i provvedimenti del Cipe, riparte. «Sono davvero indignato di trovarmi di fronte ad un'opposizione che usa come arma la menzogna e il ribaltamento della verità. A questo si aggiunga la violenza per cui possiamo dire che ci troviamo di fronte ad una situazione di emergenza democratica». Berlusconi attacca il centrosinistra anche sul fisco: l'Unione, dice, vuole tassare i Bot e Cct in corso e i notai sono «assaliti da chi vuole trasferire i propri beni ai figli». In più le banche segnalano «un esodo di capitali verso l'estero». Parole alle quali Prodi replica con un secco «è falso. Il nostro progetto per una tassazione più giusta porterà invece maggiori benefici alla grande maggioranza dei cittadini italiani». Ma sono soprattutto le parole sulla violenza che scatenano le reazioni dell'Unione. Romano Prodi si limita a constatare: «Credo che il presidente del Consiglio, che è abituato a stare in mezzo alla folla, sappia che gli insulti capitano sempre, fa parte della democrazia anche se non è gradevole». «Stamattina - racconta - mentre, all'alba, correvo tra Monopoli e Alberobello, mi hanno urlato: "Smettila, vai a lavorare!". E io ho semplicemente risposto che avrei fatto la doccia e poi sarei andato a lavorare. Questa è democrazia e serenità». Ma il resto della sua coalizione non sembra disposto a lasciar cadere nel nulla le accuse lanciate da Berlusconi. «Se c'è un'emergenza - commenta Rosy Bindi della Margherita -, di sicuro è quella rappresentata da un presidente del Consiglio che va in giro per l'Italia a provocare la gente e a turbare, con bugie e falsi allarmi, la coscienza degli italiani». Più netto il leader dell'Udeur Clemente Mastella: «Chi si allea con i nazifascisti non ha titolo per accusare gli avversari di squadrismo».