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Dl preoccupati: «Ci sono decine di coop finite sotto inchiesta»

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I vertici del partito di Francesco Rutelli, rappresentati dall'ex ministro delle Telecomunicazioni Salvatore Cardinale, come anche alcuni settori non giustizialisti della Quercia siciliana, che fanno capo a Vladimiro Crisafulli, in lista alle politiche fra i «papabili», temono che, come avvenne nel 2001, il presidente dei parlamentari diessini - in lista in Sicilia - faccia perdere voti. Continuare ad accusare il premier e FI di «vicinanza» a Cosa nostra, secondo loro, mette in difficoltà l'intero schieramento di sinistra soprattutto perché riporta alla luce il fatto che negli ultimi dieci anni sono state decine i diessini, le cooperative rosse e le imprese vicino alla Quercia al centro di inchieste giudiziarie delle procure siciliane. Quanto poi alla accusa di «vicinanza», in Sicilia ricordano che perfino Violante e l'allora vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni, sono incorsi in qualche gaffe clamorosa che avrebbe per questo richiesto una maggiore cautela nell'accusare il presidente del Consiglio. E così si ricordano almeno due episodi: quello relativo ai fratelli Potestio che nelle Madonne si schierarono nel '96 a favore di Violante e quello dei fratelli Cavallotti immortalati in alcune foto con l'attuale sindaco di Roma Walter Veltroni. Per il primo il processo per concorso esterno in associazione mafiosa è in corso presso la terza sezione penale del tribunale di Palermo, i secondi furono arrestati perchè accusati di essere i prestanome del capo di cosa Nostra Bernardo Provenzano.

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