CONFRONTO TV
Quello andato in scena ieri sera su Raiuno tra il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e il leader della Margherita Francesco Rutelli non è stato un faccia a faccia qualsiasi. Niente «colpi bassi», accordo quasi totale su ogni tema, qualche frecciatina qua e là giusto per non far mancare un po' di sale. In sintesi 75 minuti di mielosi «ha ragione Rutelli» e «sono d'accordo con Casini». I due, arbitarti dal direttore del Tg1 Clemente Mimun, hanno dovuto rispondere alle domande di Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24Ore, e Pierluigi Magnaschi direttore dell'Ansa. Nessuna insofferenza alle regole ferree del confronto tv anche se, ad un certo punto, Rutelli ha sforato beccandosi da Casini un ironico «parla più di Berlusconi». Per il resto i temi trattati sono stati quelli che da alcune settimane stanno riempendo le pagine dei giornali. Anzitutto la famiglia. Casini ha rivendicato quanto fatto dall'Udc che ha lavorato per introdurre il «bonus bebè» nell'ultima Finanziaria. Mentre Rutelli ha ribadito che, una volta al governo, l'Unione proporrà la realizzazione di 3000 nuovi asili nido. Più serrato il confronto sulla legge elettorale. Per Rutelli quella approvata dalla Cdl è «una fregatura che deruba i cittadini del diritto di scegliere i nostri candidati». Casini si è limitato a constatare di essere «sempre destinato ad avere ragione il giorno dopo». «Quando il presidente della Margherita - ha aggiunto - si lamenta perché questa legge ci sottrae la possibilità di scegliere i candidati ha ragione al 101%. Bastava però che votasse l'emendamento presentato da noi». Scaramucce. Scaramucce che si sono ripetute quando i due hanno dovuto parlare del taglio del cuneo fiscale. Il presidente della Camera ha ripetuto quello che, da alcuni giorni, tutta la Cdl va dicendo: «Sono preoccupato che Prodi, dicendo di voler "armonizzare" i rendimenti dei titoli di Stato, non annuncia altro che voglia veramente aumentare le tasse su Bot e Cct». Accuse respinte da Rutelli che, invece, ha chiesto a Casini come pensa di pagare: «Tutte le riforme che Berlusconi continua a promettere». Capitolo immigrazione. Rutelli ha attaccato la Bossi-Fini, mentre Casini ha proposto l'istituzione di «una corsia preferenziale per quei Paesi (cristiani) che esprimono persone che hanno facilità a inserirsi nel nostro tessuto». Ultimo botta e risposta sui Pacs. Rutelli, davanti alle obiezioni di Casini, ha assicurato che non ci sarà nessuna equiparazione tra unioni di fatto e famiglia. E i gemelli della politica vissero per sempre felici e contenti.